Pdl, Confalonieri e Pier Silvio contro i falchi azzurri
Mediaset va a gonfie vele anche perché il Cav, di fatto, è al governo. Ordine di scuderia: meno sparate contro le toghe. Lo chiede anche l'avvocato Coppi...
Nel Pdl spaccato tra falchi e colombe e dove Silvio Berlusconi cerca, faticosamente, di abbassare i toni e di tenere la barra dritta, agiscono anche delle entità non eminentemente politiche, delle personalità molto vicine al partito pur senza essere né in politica né in Parlamento. I due alleati del Cavaliere, che lavorano per tenere compatto il partito e contenere - almeno fino alla sentenza Mediaset del 30 luglio - gli attacchi frontali alla magistratura, sono Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi. Due uomini Mediaset, e non è un caso. Evviva Letta - La netta presa di posizione - di cui dà conto La Stampa - è arrivata nel corso di un vertice con tutti i manager del Biscione. Confalonieri ha agito, come fa da tempo, tessendo le lodi del premier Enrico Letta, e spiegando che il suo "è l'unico governo possibile". Pier Silvio, da par suo, nel corso dello stesso summit sarebbe stato ancora più netto spiegando che alle larghe intese, semplicemente, non ci sono alternative. Questioni di cassa - Le ragioni della presa di posizione? Fedele e Silvio, ovvio, parlano per conto di Mediaset, il cui titolo dall'inizio dell'anno è salito del 113% (e di 7 punti solo ieri, lunedì 15 luglio, sulla scia di un report positivo di una banca d'affari). Il Biscione ha chiuso in utile il primo trimestre, anche perché la raccolta pubblicitaria ha iniziato a risalire, segno di una piccola ripresa economica. Ma i corsi economici dell'emittente sono positivi anche, e soprattutto, perché l'azionista di maggioranza, Berlusconi, è ben saldo al governo, come metà imprescindibile delle larghe intese. Un'ottima assicurazione, per Mediaset. Voglia di Coppi - Dunque, al fronte anti-falchi interno al Pdl, si aggiungono Confalonieri e Pier Silvio. Ma Berlusconi ha richiamato all'ordine chi contro le toghe usa le parole più dure anche per altre ragioni. Non solo Mediaset, insomma. Il Cav ha ascoltato con attenzione le parole - quasi "minacce", si dice - del suo nuovo guru legale, l'avvocato Fausto Coppi, una sorta di ultimatum arrivato dopo gli attacchi per la decisione della Cassazione di anticipare la sentenza. Il succo? Se questo è il modo con cui il Pdl si rapporta ai giudici, potete trovarvi anche un altro avvocato. Un'ipotesi che Berlusconi non vuole prendere nemmeno in considerazione. Motivi politici ed economici, insomma, spingono il Cav a chiudere i falchi in gabbia. Con l'aiuto di Confalonieri e il figlio maggiore.