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Referendum giustizia, Grillo: "No al referendum, aiutano Berlusconi"

Beppe Grillo e Antonio Di Pietro

Il comico, come il Pdl, sosteneva i quesiti proposti da Pannella. Ma Di Pietro lo convince a tornare sui suoi passi: "Ho fatto una cazzata"

Nicoletta Orlandi Posti
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Quando ha sentito Beppe Grillo annunciare il suo sostegno al referendum sulla Giustizia, Tonino Di Pietro ha avuto quasi un mancamento. Come? Un incredibile assist a Silvio Berlusconi proprio da lui non se lo aspettava. Ha provato a chiamarlo, poi visto che non riusciva a contattarlo, ha preso carta e penna e gli ha scritto una lettera aperta. "Spero sia stato un abbaglio e che tu possa togliere al più presto l'appoggio a questi referendum dei radicali sulla giustizia, che sono una manna dal cielo per il pregiudicato Berlusconi. Il Paese non si merita anche quest'ennesima umiliazione questa ferita della Carta costituzionale e questo sfregio alla giustizia".  Di Pietro ha ricordato a Grillo le tante battaglie comuni in difesa della Costituzione, dello Stato di diritto e in difesa dei diritti dei più deboli: "Proprio per queste ragioni sono rimasto stupito e amareggiato quando ho letto le tue dichiarazioni d'appoggio ai referendum sulla giustizia dei radicali" volti "a punire quei magistrati che fanno fino in fondo il loro dovere". "Non a caso - sottolinea - Berlusconi ha già manifestato la volontà di appoggiare i referendum ed ha messo a disposizione dei radicali le sue strutture di partito su tutto il territorio nazionale". "Non puoi tuonare contro il sultano di Arcore", prosegue, e poi "aiutarlo nel suo intento di punire i magistrati e di bloccare il sistema giustizia". "E' questo che vuoi? Io non lo credo, non ci voglio credere perche' ti ho sempre visto battagliare con me per difendere il Paese dai massoni e dai tentativi di stravolgere la Costituzione per salvare Berlusconi dai suoi problemi giudiziari. Caro Beppe, io spero che tu possa ripensarci e fare marcia indietro, altrimenti dovresti spiegare a tutti i cittadini italiani che ti hanno votato e a tutti coloro che credono che la giustizia sia uguale per tutti, le incomprensibili ragioni di questa tua scelta". La lettera ha sortito l'effetto sperato. Non appena letto l'appello di Di Pietro, rivela Repubblica, Grillo ha alzato il telefono e lo ha rassicurato: "Ora ho capito. E certo non mi metto con Berlusconi a fare una battaglia contro i magistrati", ha detto il leader del Movimento Cinque Stelle giustificando le sue parole con la grande stima che nutre verso Pannella, promotore dei referendum. "Ho fatto una cazzata", avrebbe detto Grillo a Tonino, perché non darò io una mano a Berlusconi". 

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