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Pd, Bindi: "Abbiamo sbagliato a votare col Pdl", Bersani: "Facciamo cadere il governo"

Bindi e Bersani

Ignazio Stagno
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"Il Pdl mette a rischio la funzione stessa di questo governo. C'è un limite oltre il quale il nostro senso di responsabilità, che anche oggi abbiamo dimostrato, non può andare. O c'è un chiarimento serio, o il Pdl dimostra di essere interessato ai problemi del Paese e non alle vicende giudiziarie di Berlusconi, oppure con la stessa forza con cui abbiamo fatto nascere questo governo diciamo che così non si può andare avanti". Guglielmo Epifani fa la voce grossa, ma è tardi. Il Pd è nel caos. Dopo il voto a favore del Pdl per lo sciopero del parlamento, in largo del Nazareno scoppia la guerra civile. Rosy Bindi comanda il fronte critico dei democratici e sbotta: "Il Pd è sempre stato una sentinella contro la deriva berlusconiana" e "non dovrebbe mai assecondare gli atteggiamenti di eversione istituzionale del Pdl. Il centrodestra ha attaccato la Cassazione; ha minacciato di bloccare i lavori parlamentari per alcuni giorni. È vero che lo stop delle commissioni e dell'aula è stato di un pomeriggio, ma il significato politico non cambia. Inoltre con il nostro comportamento in aula, abbiamo assecondato i falchi del Pdl: non dovevamo offrire sponda agli irresponsabili". Facciamo cadere Letta -  Insomma l'aria è tesa. Così i democratici cominciano a minare la poltrona di Enrico Letta per buttarlo giù. Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini sono d'accordo: "Se si va avanti così dobbiamo far cadere il governo al più presto". Il segretario Guglielmo Epifani ormai non controlla più il partito. Ieri ha dato l'ok al voto a favore del Pdl, poi su facebook ha tentato una retromarcia tardiva affermando che se "si va avnti così allora la corda può spezzarsi". Un messaggio di minacce al Cav che ha fatto salire la rabbia della base del Pd che su facebook si è sfogata proprio contro l'ex sindacalista: "Vergognati", "buffone", "hai mortificato la sinistra", "dovevi pensarci prima a dire queste cose". Ora il Pd rischia di perdere tutto. Soprattutto quella parte dell'elettorato che è antiberlusconiana di ferro. "Fugura di m..." -  In mezzo c'è Matteo Renzi che da Firenze sbotta: "Facciamo figure di m... una dietro l'altra. E' come se tirassimo rigori contro la nostra stessa porta. Così non va bene". Intanto Enrico Letta per i bersaniani diventa l'arma perfetta da usare contro il rottamatore. Far cadere Letta, per riciclarlo nelle primarie contro Renzi. E' questo il piano del Pd. Il rottamatore è sicuro: "Letta non si presterà a questo gioco. E' una persona responsabile". Ma aggiunge: "Se la linea del partito è questa, se la direzione è quella espressa ieir col voto in aula, rischiamo di uccidere il Pd". Il rottamatore non sa che i farisei democratici intanto hanno un solo obiettivo: uccidere lui nella corsa verso palazzo Chigi. Renzi resiste ancora ma dopo i fatti di ieri il Pd comincia a cambiare pelle e si prepara alla resa dei conti interna. Il partito ormai è spaccato. Da un lato le colombe che tifano per le larghe intese, dall'altro i falchi che volgiono far cadere Letta per far pulizia nel partito e liberarsi del fantasma di Renzi. Ma gli elettori hanno già capito che il Pd è allo sbando e recuperare la loro fiducia sarà un'impresa impossibile. (I.S.)

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