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Berlusconi, giudici, mercati: tre bombe sotto il governo Letta

Le toghe contro il Cav, la scure di S&P, l'Imu: l'esecutivo rischia di saltare in aria. Il premier si dice tranquillo, ma il Pdl frigge...

Giulio Bucchi
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"Sono sicuro che i problemi giudiziari di Berlusconi non avranno conseguenze sull'attività politica del mio governo". Non fa in tempo a far buon viso a cattivo gioco, il premier Enrico Letta, che sulla sua poltrona cade subito un'altra tegola. Quella dei conti, con l'agenzia Standard & Poor's che ha nuovamente abbassato il rating dell'Italia a BBB, in seguito ai timori per la tenuta finanziaria dell'Italia e la copertura di Iva e Imu. Un ricatto bello e buono, quello dei mercati, che arriva nel giorno in cui le toghe sembrano ipotecare il futuro di Silvio Berlusconi: la Cassazione, su imbeccata del Corriere della Sera, ha deciso di accelerare i tempi fissando l'udienza del processo Mediaset al 30 luglio per scongiurare il rischio prescrizione. Chi si aspettava un autunno bollente (allora era prevista la sentenza della Cassazione) dovrà regolare il calendario: la bomba, sotto la sedia di Letta, potrà esplodere molto prima.  Giudici e mercati: due bombe - "Chi pensa che sia tutto superato sbaglia. L'Italia resta un sorvegliato speciale", ha spiegato il premier intervistato a Ballarò a proposito del declassamento di S&P. Ma è la motivazione dell'agenzia, come detto, ad inquietare. I mercati sembrano mettere in dubbio la capacità stessa del governo italiano di autodeterminare le proprie politiche economiche. Da una parte, dunque, il Cav e i giudici, con l'incognita della condanna del leader del Pdl con connesso la rivolta del partito (che regge per metà l'esecutivo) e il possibile asse Pd-M5S per forzare la mano e votare l'ineleggibilità del "nemico" Berlusconi. Dall'altro la crisi economica, la recessione e la perdita della recente "virtuosità" riconquistata dall'Italia sul piano internazionale. "L'Imu così com'è la cambiamo" - E' in questo clima surriscaldato che Letta si appresta ad affrontare una settimana cruciale proprio sul fronte fisco, con gli aut aut lanciati dal Pdl: domani, mercoledì 10 luglio, la cabina di regia esecutivo-maggioranza dovrà tentare di sciogliere i nodi su Imu e Iva mentre martedì sera il Pdl si è riunito alla Camera (senza Berlusconi, rimasto a Milano). L'intenzione, nel centrodestra, è di non staccare la spina all'esecutivo ma Daniela Santanchè, andando alla riunione, ha annunciato "decisioni importanti" di fronte a un "golpe" politico-giudiziario. Più facile che si decidano manifestazioni di piazza e proteste ufficiali sul fronte giudiziario, piuttosto che chiedere (ancora) la testa del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, anche se per lanciare un messaggio chiaro a ministri e alleati del Pd c'è già chi, tra gli azzurri, pensa a "bloccare il Parlamento". A Ballarò Letta cerca di blindare la sua maggioranza: "C'è l'impegno a togliere l'Imu sulla prima casa così come era concepita", che è un po' un dire non dire. Abolizione? Chi lo sa... In ogni caso, il premier chiede di "pensare all'Italia, non solo a Berlusconi". Per esempio, sull'abolizione del finanziamento ai partiti ribadisce che, in caso di ritardi, "il governo è pronto a varare un decreto". E, giura Letta, "se lo spread rimarrà basso significa risparmiare un paio di miliardi che potranno essere usati per alleggerire quelle scadenze" come Iva e Imu, appunto. Un tesoretto che "permetterà di avere alla fine dell'anno dei margini di flessibilità". Dopo l'Iva, il Porcellum - Il problema è arrivare a fine anno, però. Perché accanto al capitolo fisco, c'è per il presidente del Consiglio lo scoglio della riforma elettorale. "Il Porcellum è un monstrum che non garantisce né rappresentanza né governabilità", è andato giù duro Letta in un'intevista sulla rivista Arel e anticipata da Europa. Secondo il premier il sistema elettorale attuale "è una vergogna, peraltro a rischio di incostituzionalità, che va superata al più presto. Mi sono impegnato a farlo dinanzi al Parlamento". Difficile però che metta sul fuoco anche questo pezzo di carne. Rischierebbe di bruciarsi ancor prima di averlo girato una volta.

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