Cerca
Cerca
+

Kyenge: "Il viaggio del Papa a Lampedusa è un simbolo che può cambiare le leggi"

Cecile Kyenge

Ignazio Stagno
  • a
  • a
  • a

Papa Francesco ormai è suo malgrado un'icona della sinistra. Se si parla di immigrati (nelle ultime 24 ore ne sono arrivati 559) poi, allora quasi quasi in largo del Nazareno lo vorrebbero alle primarie per la segreteria. Così il viaggio del pontefice tra i clandestini e gli immigrati di Lampedusa diventa ancora una volta uno spot strumentale per lo ius soli. Già Laura Boldrini sette giorni fa aveva tentato il blitz in Vaticano per chiedere una nuova legge sulla cittadinanza: "Il Papa che va a Lampedusa è un segnale forte. L'Italia deve cambaire le regole per la cittadinanza. E il viaggio del Pontefice è in questa direzione", aveva affermato miss Montecitorio.    Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it  "Papa Francesco a Lampedusa: aumenteranno i clandestini?"   Kyenge "papalina" - Ora è il turno di Cecile Kyenge. Anche lei sale sul carro papalino in nome dello ius soli e in un'intervista a L'Unità, mentre a Lampedusa sbarcano altri 600 immigrati,  la Kyenge chiede aiuto proprio al Papa per portare avanti la sua battaglia: "I simboli sono importanti, e il Papa a Lampedusa può servire a rompere certi automatismi quotidiani, perché si porti avanti un progetto di convivenza. Il suo gesto avrà un effetto forte sulla cittadinanza, aiuterà a riflettere con quale legge andare avanti. Altra cosa è la legge sull'immigrazione, qui il gesto di Papa Francesco può avere un effetto immediato perché cambi l'approccio: ora si basa solo sulla “securitate”, la sicurezza, invece può trasformarsi in accoglienza, purché sia in tutti i settori, economico, sociale, culturale". Insomma per la Kyenge, Papa Francesco è miglior testimonial per la cittadinanza agli immigrati. Come "usare" Francesco -  Il Papa sa bene che i suoi geti sono forti e significativi, ma come già ripetuto più volte dal Vaticano "sarebbe meglio evitarne la strumentalizzazione politica". Ma a sinistra non vogliono saperne. Così ogni gesto e ogni parola del Papa ora diventano quasi un punto programmatico del Pd. Il Pontefice continua ad essere tirato per la tonaca. Ma con scarsi risultati. La fede e la politica vanno su binari diversi. Il Vaticano a sinistra è il "mostro" che chiude le porte alle unioni "civili", per poi diventare "l'amico" che dice ok allo ius soli. La Kyenge comunque sa che la strada nel governo e in parlamento per la cittadinanza agli immigrati sarà tutta in salita. E allora mentre lavora giorno e notte per i clandestini, cerca di tirare il fremo a mano: "Superare la legge Bossi-Fini ora mi sembra difficile, un po' precoce. Riguarda il ministero dell'Interno col quale va iniziato un percorso, io posso fare delle proposte ma vanno condivise". Già, condivise anche con Papa Francesco. (I.S.)

Dai blog