Casaleggio, il guru del web silurato dal colosso editoriale Mauri Spagnol: gestione della comunicazione "approssimativa"
Il dioscuro di Grillo non si occuperà dell'attività online di Chiarelettere, Longanesi, Garzanti e Cadoinpiedi.it. Il gruppo spagnolo era il suo maggior cliente
Fino ad oggi, comunque la si pensi, su una cosa erano tutti d'accordo: Gianroberto Casaleggio è uno dei massimi esperti del web. Anzi, il massimo esperto. Il guru, senza altri aggettivi. Una definizione difficile da smentire. Un assioma, quasi. Tanto più che ad ulteriore sostegno di quello che è ormai diventato un dogma, si portava l'esempio dell'exploit del M5s alle scorse elezioni: tutto merito suo, si dice. E magari è anche così. Mauri Spagnolo lo silura - Cionostante, la sua fama di infallibile stratega della rete inizia a scricchiolare. A mettere in dubbio la fama di Casaleggio è il potentissimo gruppo spagnolo Mauri Spagnol, che fa capo a case editrici del calibro di Longanesi, Garzanti, Guanda, Corbaccio e Chiarelettere, di cui Casaleggio cura la comunicazione online. Anzi, curava. Perché, come spiega Francesco Oggiano su Vanityfair, il colosso editoriale spagnolo ha silurato Casaleggio. La motivazione ufficiale, scrive Oggiano, è che "la creazione di un'area web interna ha reso superfluo infatti l'affidamento della gestione online a una ditta terza". Ma c'è dell'altro. Gestione "approssimativa" - A quanto pare, la dirigenza avrebbe messo nel mirino anche la gestione della comunicazione sui social network, ritenuta "approssimativa". A cascata, poi, Casaleggio perde anche la gestione del blog Cadoinpiedi.it, di propriretà di Chiarelettere. Stavolta, i numeri (150mila utenti unici al giorno) non c'entrano: analizzando gli accessi, i dirigenti del colosso spagnolo hanno scoperto come gran parte degli accessi provengano dai contenuti redati dalla Casaleggio associati, di puro gossip quasi, e non dagli autori di Chiarelettere. E la Mauri Spagnol, invece, punta sulla qualità. D'Altronde edita libri, non riviste scandalistiche. Produrre dei contenuti di qualità, evidentemente, non fa per Casaleggio. Non proprio una novità, a dire il vero.