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Brunetta contro Boldrini e Grasso:"Lavorano per minoranze estremiste"

Renato Brunetta

Lucia Esposito
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  Renato Brunetta non si ferma più e morde sempre più forte.  Ieri, sabato 6 luglio se l'è presa con i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso. “Lavorano per minoranze estremiste, così rischiano di vanificare il difficile cammino della coalizione di Letta e Alfano”, denuncia il capogruppo Pdl a Montecitorio. In realtà mezzo Pdl la pensa come Brunetta a partire da Fabrizio Cicchitto che chiede alla Boldrini di non diventare il portavoce di Sel. “Non è obbligata a esprimere e dare rappresentanza alle posizioni del partito che, per farlo, ha appunto il segretario  o il capogruppo”. Lo stesso invito arriva da Licia Ronzulli: “La presidente non ha ancora acquisito piena consapevolezza del suo attuale incarico che la dovrebbe portare a essere rappresentante di un'istituzione e non solo delle sue personali idee. Altrimenti come è già successo si rischia l'anonimato”. Accusa e difesa -  In particolare  Brunetta sostiene che le opinioni di Grasso e Boldrini “sono totalmente dissonanti rispetto al sentimento di una larghissima maggioranza non solo del Parlamento ma dell'interno Paese”. Il capogruppo Pdl fa riferimento al fatto che la presidente della Camera ha rifiutato l'invito dell'ad della Fiat Sergio Marchionne. Grasso non replica, mentre la Boldrini affida a una nota del suo portavoce Roberto Natale sua sua difesa: “Solo forzature polemiche possono leggere come scelta di parte e non istituzionale l'appello rivolto al mondo sindacale e imprenditoriale.  Tutti siamo chiamati a nuove sfide. “Solo chi non dispone di altre informazioni parla di schiaffo alla Fiat da parte della Presidente della Camera”. Ma la replica affidata al portavoce fa anch'essa arrabbiare Brunetta: “Siamo dinnanzi alla rivendicazione da parte della terza carica dello Stato, di un'ideologia capitalistica che fa paura”.   

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