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Da Forza Italia a Forse Italia: Berlusconi congela il Pdl fino alle sentenze

Giulio Bucchi
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Sulla difensiva. In attesa di capire su quanti fronti dovrà combattere, Silvio Berlusconi rimane in fase meditativa. Da undici giorni è chiuso ad Arcore dove, a parte la performance senza sonoro di lunedì scorso, quando ha partecipato al sit-in dei suoi supporter davanti a Villa San Martino, il Cavaliere ha evitato uscite pubbliche. L'attesa dell'ex premier è di natura politica e personale, come al solito. La settimana che arriva sarà decisiva nei rapporti con il governo. Mercoledì è convocato un vertice di maggioranza su vari temi tra cui l'Imu. L'esecutivo sta cercando le coperture necessarie per confermare la cancellazione della tassa sulla prima casa e per  finanziare 4 miliardi di mancati introiti. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ha già messo le mani avanti: non sarà facile. È un passaggio cruciale perché Silvio è stato chiaro nel legare il sostegno a Enrico Letta all'attuazione del programma di governo. Poi c'è l'agenda giudiziaria, come dimenticarsene: il 19 luglio arriva la sentenza sul Ruby bis, che non vede Berlusconi direttamente imputato, ma è un processo che discende sempre dalle oramai famose cene di Arcore. Se ciò non bastasse, da Napoli potrebbe arrivare un nuovo rinvio a giudizio. Nei prossimi giorni lo chiederà la procura partenopea che sta indagando sul caso Di Gregorio e sulla presunta compravendita di senatori.  In attesa di capire che piega prenderanno le vicende politiche e giudiziarie, Berlusconi rallenta sulla rinascita di Forza Italia. Progetto che prenderà forma in autunno nel caso in cui la prospettiva sia quella delle elezioni anticipate. Oppure nella primavera 2014 per essere la sigla con cui correre alle elezioni europee del prossimo anno. Il freno alla tempistica non deve essere inteso come archiviazione del piano, giurano i fedelissimi. «Sto lavorando al fianco di Berlusconi per ricostruire un centrodestra che voglia tornare a vincere affiancandosi ad alleati accomunati dalla stessa voglia, Forza Italia 2.0 sarà il perno della nuova coalizione», spiega Gianfranco Miccichè, forzista della prima ora coinvolto da Silvio nell'operazione di restaurazione azzurra. «Berlusconi vorrebbe rivoluzionare il Pdl partendo dall'azzeramento dei coordinatori regionali ma non può farlo, almeno per ora». Malgrado le ovvie resistenze, la strada è tracciata. Ne è sicuro il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi: «Forza Italia è la modalità con cui noi vogliamo lanciare, attraverso il presidente Berlusconi, la nuova sfida al centrodestra italiano e al Paese». Rifare Forza Italia significa, secondo Mariastella Gelmini, anche rispolverare la «ricetta liberale» degli esordi: «Meno spreco pubblico, meno tasse, meno Stato, meno procedure complicate amiche del tirare a campare e della corruzione: per uscire da questa crisi ci vuole una rivoluzione liberare da fare una buona volta sul serio». di Salvatore Dama

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