Bindi: non sono come la SantanchéFui eletta senza i voti del Pdl
Rosi Bindi non ci sta. Non vuole che il suo caso, la sua elezione alla vicepresidenza della Camera nella passata legislatura sia paragonato a quello della Santanchè. Secondo lei non c'è stato alcun comportamento bipartisan che dovrebbe essere seguito anche per la "pitonessa". In un post pubblicato sul sito democraticidavverto, la Bindi è un fiume in piena. “Innanzi tutto vale ricordare che per l'elezione dei componenti dell'Ufficio di presidenza ogni parlamentare può esprimere un numero limitato di preferenze, così da garantire le minoranze e assicurare che ciascun gruppo possa eleggere i propri rappresentanti. E per eleggere i quattro vicepresidenti si possono votare solo due nomi. Questa regola fondamentale fu seguita anche nel mio caso. Il ricordo - Fui eletta con 262 voti, la seconda più votata dopo Antonio Leone e, pur essendo candidata del partito di opposizione, superai Maurizio Lupi. Infatti, il Pdl votava per Leone e Lupi, mentre il Pd, che disponeva di 217 deputati, votava per i due candidati di minoranza Bindi e Buttiglione. Fui eletta grazie ai voti del mio gruppo e penso dell'Udc. Non ebbi bisogno dei voti del PdL, non ne feci richiesta e se qualche voto arrivò da quel partito fu libero, non dovuto e apprezzato. Mi pare che ci sia materia per non usare la mia persona in modo improprio e per ribadire che è il Pdl che deve garantire i voti ai suoi candidati e superare le proprie divisioni, senza gridare al tradimento del vincolo di maggioranza. E soprattutto senza invocare un precedente che non esiste”, conclude Bindi.