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Bossi contro Calderoli: "Non dire str..., democristiano"

Calderoli vs Bossi

Il duro scontro domenica sera: i due litigano su Maroni e Tosi

Andrea Tempestini
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Nuovi, feroci, scontri nella Lega Nord. Il luogo era la festa del Carroccio di Spirano, nei campi attorno a San Rocco. I fatti si svolgono domenica sera, ma emergono soltanto ora, riportati dal Corriere della Sera. L'occasione era la prima uscita pubblica del segretario provinciale, Daniele Belotti. Il pezzo forte della serata era il comizio di Umberto Bossi. L'ospite a sorpresa, invece, Roberto Calderoli, che spiega: "Non ci dovevo nemmeno venire". Col consueto ritardo arriva Bossi, si avvicina al palco, prende la parola: stronca il governo e, a sorpresa, difende l'acquisto dei caccia F35 spiegando che "avrebbero portato lavoro in Piemonte". Quindi l'ormai consueto attacco a Roberto Maroni: "C'è gente che manda circolari per dire di mettersi in cravatta e non indossare niente di verde, che preferisce lo slogan Prima il Nord, mentre invece solo la Padania può dare la vera identità. Non si sbatte fuori la gente, perché se non si può parlare non c'è democrazia". Ogni riferimento non è puramente casuale. Il Tosi della discordia - Poi tocca a Calderoli, che elogia il neoeletto Belotti e promette: "Se va in galera per avere difeso la Lega Nord e l'Atalanta vado in galera con lui". Fin qui, tutto bene. Poi però, Calderoli elogia Invernizzi per la "serata delle ramazze", il raduno della Lega che voleva rinnovarsi dopo gli scandali che avevano come epicentro l'ex tesoriere Belsito. Bossi fa una faccia schifata. Poi Calderoli parla di Flavio Tosi. Il Senatùr non gradisce ed invita il segretario del Veneto ad andare laddove non batte il sole. Calderoli non incassa, anzi risponde: "Tosi è un fratello padano. Noi abbiamo il senso di fratellanza. Umberto - si rivolge direttamente all'ex segretario -, quello che dici tutti i giorni su Maroni non va d'accordo con la fraternità e la riconoscenza". Bossi s'inalbera. Chiede il microfono e lo ottiene. Quindi spara: "Nella Lega attuale la riconoscenza è la virtù del giorno prima. Qui c'è gente che tratta la base a calci. Adesso ti ridò il microfono ma non dire stronzate".  Scontro su Maroni - Questo, però, è soltanto l'antipasto. Calderoli non si piega. Celandosi dietro un tono di voce scherzoso tira una badilata a Bossi: "Avevi detto che non volevi fare come Salomone che rischiava di dover tagliare il bambino in due. Ma con quello che dici ogni giorno su Maroni, qui tagli il partito a pezzi con lo spadone. Dovresti ringraziare Maroni, che ha anche vinto in Lombardia". Quindi la controreplica del Senatùr: "Sì, grazie a Berlusconi...". E Calderoli: "Ma va. Maroni ha vinto e se il partito è al 4% è perché la gente vede che litighiamo. Basta litigi a casa nostra. Chi se ne frega se lo slogan è Prima il nord o la Padania, l'importante è la libertà e tenere i soldi a casa nostra". Ed è qui che per Calderoli, dalla bocca del Senatùr, esce forse l'attacco più pesante: "Sei un democristiano...". E ancora l'ex ministro risponde: "Questa non me l'avevano ancora detta. Ma ti sfido: al prossimo congresso tu e Maroni ve ne andate con un sorriso e lasciate il posto a un giovane, che ho già in mente"... Le espulsioni - Lo scontro poi prosegue. Bossi sale sul palco. Urla "Padania!" e i presenti rispondono con "libera". E gongola: "Questo è il vero partito, non quello dei cravattari". Quindi annuncia una "norma contro le espulsioni". L'idea non piace a Calderoli: "Sono state espulse in tutto dieci persone, dici che sono troppe, magari erano poche. Ma senza quella norma avremmo ancora Belsito". L'ex segretario, però, sulle espulsioni non ha dubbi: "Chi espelle ha solo paura". Calderoli rilancia: "Ma almeno sei d'accordo sulla fratellanza". E Bossi: "Certo". Calderoli: "Allora Maroni è tuo fratello?". Il Senatùr, sibillino: "Maroni lo ho creato io". Quindi l'ultimo botta e risposta. Calderoli incalza: "Lo so anche io che era più facile essere fratelli quando si era in un partito che aveva il 12%...". Il Senatùr, ancora, si scaglia contro Maroni: "Forse perché una volta c'era un certo Bossi come segretario...".

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