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Fuga dal M5s: se ne va anche la senatrice Anitori

Sebastiano Solano
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Continua la fuga dal M5s. Ad abbandonare la nave alla deriva di Beppe Grillo è oggi la senatrice Fabiola Anitori, che ha annunciato il suo passaggio al gruppo Misto. Le motivazioni sono sempre le stesse e hanno a che fare con la scarsa democrazia interna: "Non riconosco più l'impostazione iniziale del Movimento che è diventato proprio quel partito personale dallo stesso tanto criticato, con un sistema feudale di fedeltà che respinge o espelle chi dissente, chi non si allinea”, spiega.  E' la settima "fuoriuscita" - La Antonori è la settima pecorella a lasciare i pentastellati: prima di lei c'erano stati gli espulsi Nino Mastrangeli e Adele Gambaro e gli addii di Paola Del Pin, Vincenza Labriola, Alessandro Furnari e Adriano Zaccagnini, senza contare i consiglieri regionali Federica Salsi e Giovanni Favia, epurati per le loro incursioni televisive, mal digerite dal guru dei Cinque stelle.  L'attacco ai 'talebani' - La senatrice Anitori, eletta nel Lazio, spiega così la sua decisione: "Gli avvenimenti registrati all'interno del M5S negli ultimi mesi mi hanno profondamente segnata, peraltro in un periodo molto delicato della mia vita”. Poi attacca alcuni dei suoi compagni d'avventura, quelli che la parlamentare Paola Pinna in un'intervista a Piazza Pulita aveva definito "Talebani": "Ogni tentativo di costruzione di una scelta politica, sulla base del confronto inteso come ricerca di punti di incontro, viene etichettata come tradimento o inciucio e ciò costringe a un immobilismo e una stagnazione che non porta da nessuna parte".  Nel M5s non c'è democrazia - L'ultimo affondo lo riserva a Grillo, alle sue promesse mancate, al suo vendere illusioni di rinascita e democrazia, tradite dopo l'ingresso del M5s in Parlamento: "Io credo e ho creduto al messaggio politico del cambiamento da attuare, però, attraverso il confronto democratico, sia interno che esterno, che ritengo un valore, una virtù repubblicana irrinunciabile e che non ritrovo nel Movimento".

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