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Berlusconi da Napolitano: "Confermo l'appoggio al governo"

Giorgio & Silvio

Il faccia a faccia. Il Cav conferma l'appoggio a Letta, ma ammonisce: "Mi vogliono far fuori". Tra politica e giustizia, Silvio chiede garanzie

Andrea Tempestini
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La notizia arriva, inaspettata, intorno all'ora di cena di mercoledì sera. Un faccia a faccia al Quirinale, una breve chiacchierata tra Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi. Piccolo giallo sulla genesi dell'incontro: secondo la versione ufficiale il Cav è stato convocato dal Capo dello Stato, mentre invece, secondo altre fonti, sarebbe stato l'ex premier a insistere per avere udienza dal presidente della Repubblica. "Sostengo al governo" - Al termine del colloquio ambienti del Quirinale hanno riferito che "Napolitano ha voluto sentire gli orientamenti e le valutazioni sugli sviluppi e le prospettive del quadro politico, anche all'indomani delle vicende giudiziare che lo hanno coinvolto". Nell'incontro, riferiscono al Colle, Berlusconi ha confermato il sostegno suo e del Pdl al governo e "all'azione che esso è impegnato a svolgere". Ma più che di politica s'è parlato di giustizia. Berlusconi lunedì è stata condannato all'ergastolo politico nel primo grado del processo Ruby. Oggi, giovedì 27 giugno, la Cassazione si pronuncerà sul risarcimento a Carlo De Benedetti (Lodo Mondadori), all'orizzonte, prevista per novembre, la pronuncia sempre della Cassazione su Mediaset. Silvio, al Colle, ha "presentato appello" a Napolitano, gli ha ribadito che "mi vogliono far fuori", gli ha chiesto nuove garanzie. Il Capo dello Stato, in cambio, però vuole un governo solido. "Addio pacificazione" - Ma il Cav - stretto nell'assedio giudiziario, insoddisfatto dai primi passi del governo Letta e con i sondaggi che, ora, lo danno in svantaggio - vuole uscire dall'angolo. L'appoggio all'esecutivo, considerato il contesto, non può essere incondizionato. Il futuro, insomma, resta incerto. Berlusconi ha ribadito come "il senso di responsabilità che sto dimostrando per il Bene del Paese è inconciliabile con il tentativo di eliminarmi per via giudiziaria che è in corso". La cosiddetta "pacificazione nazionale", ha fatto presente l'ex premier, è già evaporata. Il Cav si è contenuto, ma nel faccia a faccia con Napolitano avrebbe voluto puntare il dito, poiché ritiene che non siano state mantenute le promesse sulle garanzie dall'assedio togato che aveva ricevuto nei giorni della formazione del governo. Agenda economica - Si è poi discusso dell'agenda economica, e Silvio non ha nascosto la sua insoddisfazione, ha ripetuto al capo dello Stato che il Pdl ha preso impegni chiari con dieci milioni di elettori. Impegni che, però, rischiano di non essere mantenuti (anche il decreto occupazione e il rinvio dell'Iva non convincono il leader Pdl). Berlusconi vuole un cambio di marcia. E lo vuole anche perché gli ultimi sondaggi che ha potuto vedere lo danno in svantaggio rispetto al Pd per la prima volta da dopo il voto e in netta discesa. Berlusconi a Napolitano ha spiegato che è difficile comprendere perché dovrebbe sostenere un governo che non lo soddisfa e che gli fa perdere consenso, mentre in parallelo resta fermo a subire gli assalti della magistratura. Gli scenari, insomma, si complicano.

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