Pdl, Bisignani: "Marina Berlusconi nuovo leader"
Una vecchia storia, quella dell'eredità politica di Silvio Berlusconi: chi può prenderne lo scettro? Rebus quasi irrisolvibile, come si era capito nei mesi in cui il Cav aveva mollato dopo la caduta del suo ultimo governo, quando il Pdl nei sondaggi stava colando a picco. Così, quando si prova a risolvere il rebus quasi irrisolvibile, ciclicamente si ripresenta una possibilità: Marina, la figlia "prediletta", apprezzatissima da papà, dalle gerarchie pidielline, e anche dall'elettorato di centrodestra. All'indomani della sentenza del processo Ruby, la stangata con cui il tribunale di Milano cerca di condannare l'ex premier all'ergastolo politico, ecco ripresentarsi il nome di Marina. Lo fa "l'uomo che sussurrava ai potenti", Luigi Bisignani, mister P4, mediaticamente più attivo che mai. Parla a Un Giorno da Pecora, su Radio Due, e spara: "Ieri sera ad Arcore c'è stata una cena e credo che lì Berlusconi si sia convinto che la figlia Marina sia la sua erede". Le amazzoni del Pdl sono entusiaste, ma c'è già chi frena. E' Renato Brunetta, che replica piccato: "A me le dinastie, monarchiche o democratiche, non piacciono. Prima Marina dimostri quel che vale in politica". E anche Francesca Pascale, la fidanzata del Cav, si mostra dubbiosa (e pure sgrammaticata): "Marina in politica? Se lo farebbe non credo Silvio sarebbe daccordo". La Fininvest: "Voci prive di fondamento" - Per il momento, è la stessa presidente di Fininvest, per bocca del suo portavoce, a smentire: "Le ipotesi di un impegno in politica non hanno alcun fondamento. Di fronte al ripetersi di indiscrezioni su un impegno in politica di Marina Berlusconi, non possiamo che ribadire quanto già più volte detto in passato: si tratta di ipotesi che non hanno alcun fondamento". "E' stata testata" - "Io non ero presente alla cena - ha specificato Bisignani -, ma c'erano i familiari, Piersilvio, Marina e Barbara. Poi Francesca Pascale e l'avvocato Ghedini. Il piglio e la forza che Marina Berlusconi ha messo in quella cena ha convinto tutti che il vero erede è lei. D'altra parte - prosegue -, in tutte le grandi democrazie, per esempio negli Stati Uniti, ci sono delle dinastie: quella dei Bush, quella dei Kennedy". Interpellato da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, i conduttori della trasmissione, Bisignani rivela che Marina "è stata fatta testare, è stato fatto anche un sondaggio coi parlamentari del Pdl che è andato molto bene. E poi - aggiunge - c'è un altro fatto: loro cercavano un imprenditore. E Marina è un grande imprenditorie". Mister P4 spende poi qualche consiglio, si rivolge a Silvio Berlusconi: "Sbaracca tutto, fidati dell'unica persona di cui ti fidi, che è Marina. A quel punto devi rifare una Forza Italia con Marina", un "nome da spendere anche in funzione anti-Renzi". Il partito di Marina - Nel novembre del 2012, agli sgoccioli del governo Monti, quando Berlusconi meditava sulla possibilità di ricandidarsi, il nome di Marina circolò con insistenza. Fu però lei a smentire la possibilità: "E' un'ipotesi che non esiste. Continuo a fare la presidente di Fininvest e Mondadori". E così fece. Ma ora le carte in tavola sono nuovamente cambiate. Con il padre stretto nell'assedio giudiziario - e lei furiosa vogliosa di riscatto: "Si è voluto sfregiare un nemico politico", ha commentato dopo la sentenza - riprende piede l'ipotesi di un suo impegno politico. La prima a commentare l'indiscrezione è stata Laura Comi, europarlamentare azzurra: "Sarebbe un'ottima prospettiva. Spero che la rivelazione di Bisignani non sia una battuta giornalistica ma corrisponda al vero". Ma tra gli azzurri sono in tanti a "tifare" per Marina, in primis l'altrettanto imprenditrice Daniela Santanchè, ma anche Laura Ravetto, che dieci giorni fa ha affermato: "L'erede di Berlusconi è Marina". Dello stesso parere, tra gli altri anche Michaela Biancofiore, secondo cui Marina è la "Renzi, molto più seria, preparata e affidabile" del centrodestra. "Di fronte a una sua discesa in campo - ha aggiunto -, con dietro un padre oggi ancora più amato dal popolo italiano, non ci sarebbe speranza per nessun altro di conquistare il governo del Paese".