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Ruby, il Pdl scatenato: Alfano: "Silvio, tieni duro". Cicchitto: "Fine della pacificazione". Letta rischia?

Azzurri scatenati contro la sentenza di Milano. Biancofiore: "Sgomenta e addolorata". Brunetta: "Atto eversivo". E c'è chi parla di "stupro del diritto"

Giulio Bucchi
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Una sentenza "abnorme e surreale", uno "stupro al diritto", "sgomento", "condanna senza prove", la "giustizia del te la faremo pagare". Sono solo alcune delle reazioni più pesanti provenienti dal Pdl a pochi minuti dalla condanna in primo grado di Silvio Berlusconi a 7 anni per concussione per costrizione e prostituzione minorile al processo Ruby. Una mazzata, soprattutto a livello mediatico, visto che l'interdizione perpetua ai pubblici uffici scatterebbe solo tra qualche anno, dopo l'eventuale conferma della condanna da parte della Cassazione. Epperò è Fabrizio Cicchitto a rilanciare il tema della caduta del governo Letta: "Noi restiamo nell'esecutivo, ma è evidente che la pacificazione salta". L'ex capogruppo alla Camera, infatti, legge la sentenza del Tribunale di Milano come l'abbrivio per il Pd a buttarsi in maggioranze "avventurose" con Sel e soprattutto M5S, che non a caso in questi giorni ha presentato quattro proposte di legge contra Silvium su prescrizione, corruzione, riciclaggio, autoriclaggio, falso in bilancio e reati societari. E, naturalmente, incandidabilità. Alfano: "Silvio, tieni duro" - "Ho chiesto a Berlusconi di tenere duro", riferisce a caldo il segretario Pdl Angelino Alfano. "Questa sentenza è un atto eversivo e inaccettabile, assassina moralmente e politicamente Berlusconi", incalza Renato Brunetta. "Una sentenza abnorme e surreale, con un colpevole e nessuna vittima. D'altronde, aspettarsi dal tribunale di Milano una decisione favorevole al presidente Berlusconi è praticamente impossibile'', è la reazione del presidente dei senatori Pdl Renato Schifani "Una certa magistratura - continua - è capace di negare anche l'evidenza pur di colpire l'avversario politico di sempre. Un'anomalia che esiste soltanto nel nostro Paese". Di "sentenza assurda" parla invece Daniele Capezzone, secondo cui quello dei giudici sarebbe il compimento di "un ben preciso disegno politico, e poi mediatico-giudiziario, per tentare di estromettere dalla politica Silvio Berlusconi, colpevole di rappresentare un baluardo insuperabile dalla sinistra italiana, attraverso le ordinarie vie democratiche e elettorali". Michaela Biancofiore, pasionaria azzurra vicinissima al Cav, è "sgomenta addolorata per l'uomo Berlusconi, e angosciata per il futuro dell'Italia e della nostra democrazia".  "Attentato alla democrazia" - "Una condanna senza prove e senza reato contro il maggiore protagonista della politica italiana degli ultimi 20 anni è un vero attentato alla democrazia e allo stato di diritto che pone l'Italia tra i paesi con la democrazia a rischio", va giù duro il senatore azzurro Lucio Malan. E ancora più duro è Luca D'Alessandro, segretario della commissione Giustizia alla Camera: "Questa sentenza è uno stupro del diritto in nome della lotta politica per via giudiziaria". Mariastella Gelmini, però, non ha dubbi: "La giustizia del te la faremo pagare, a sentenza senza uno straccio di prova, nonostante la prova generale per una società del grande fratello, e del molto denaro pubblico speso inutilmente in intercettazioni, ha trovato finalmente la sua rappresentazione finale. Ma Berlusconi è, nonostante tutto, più forte di prima".  L'imbarazzo del Pd - "Il Partito Democratico - recita la nota, asettica, di Largo del Nazareno - prende atto della sentenza pronunciata dai giudici della quarta sezione del Tribunale penale di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi. Come sempre, il Pd esprime rispetto per le decisioni, di qualunque segno siano, che la magistratura prende nella propria autonomia".

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