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La provocazione: Mara Carfagna al posto del ministro Idem

Perché Letta non affida il dicastero a chi lo guidò (bene) fino al 2011?

Andrea Tempestini
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In ginocchio da Enrico Letta: il ministro Josefa Idem, travolta dalle marachelle su Ici e Imu, chiederà la grazia al premier. Grazia tutt'altro che scontata: la canoista rischia la poltrona, potrebbe dare l'addio al duplice ministero - Pari Opportunità e Sport - che le è stato affidato, passi la provocazione, per meriti sportivi (in quota Partito democratico). Così, a provocazione aggiungiamo provocazione. Non ci limitiamo a chiederne le dimissioni - una richiesta già avanzata dal direttore di Libero, Maurizio Belpietro - ma avanziamo anche una candidatura alternativa per il dicastero delle Pari opportunità: quella di Mara Carfagna, che tornerebbe a ricoprire il ruolo che, con successo, ricoprì dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011, nel Berlusconi IV. La Carfagna, impeccabile per tutta la durata del suo mandato e apprezzata anche dall'opposizione, fu la principale promotrice della legge che ha introdotto il reato di stalking grazie alla norma del codice penale sugli "atti persecutori" (e le norme accessorie). Sempre nel 2008, la Carfagna fece approvare in Cdm un decreto contro la prostituzione, con cui mirava ad introdurre pene verso chi si vende in strada o in luoghi pubblici (il Ddl è ancora in discussione). L'ex ministro lanciò una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle mutilazioni genitali femminili, e nel 2009 - in pieno spirito bipartisan, tanto caro al governo Letta - insieme ad Anna Paola Concia ideò la capagna di comunicazione "nessuna differenza" contro l'omofobia e la violenza basata sull'orientamento sessuale. Un curriculum di tutto rispetto insomma. Un curriculum molto più politico rispetto a quello della Idem, pieno zeppo di medaglie, ma soltanto di quelle.

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