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Ingroia lascia la magistratura

Antonio Ingroia

Addio alla magistratura dell'ex pm prezzemolino: "La decisione più sofferta della mia vita". E cerca di riciclarsi subito con il Movimento 5 Stelle

Andrea Tempestini
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Basta con la toga, ora soltanto la politica. Ora è ufficiale: Antonio Ingroia lascia la magistratura. "E' stata la decisione più sofferta dei miei 54 anni", ha piagnucolato in un'intrevista a Repubblica. Ora l'ex pm prezzemolino potrà dedicarsi a tempo pieno all'azione politica, senza farlo più dalla aule del tribunale. Certo, il futuro è nebuloso: il risultato della sua Rivoluzione Civile alle ultime elezioni politiche è stato fallimentare. In Parlamento, infatti, non è entrato nemmeno lui. Strizza l'occhio ai grillini - Senza toghe e con un futuro politico di dubbio successo, Ingroia non perde tempo e strizza l'occhio al Movimento 5 Stelle. L'ex pm sostiene che Azione Civile (questo il "nuovo" nome della sua creatura) alle prossime elezioni non dovrà presentarsi da sola. E con chi, allora? Magari con i pentastellati. Quello di Ingroia, infatti, suona un po' come un appello: "Chiedo al Movimento 5 Stelle di cessare di essere autoreferenziale perché è lo stesso errore che ha portato la sinistra alla sconfitta. Ci si impegni per evitare l'assalto alla Costituzione che si profila". E ancora: "Mi sono spogliato della toga, dico agli altri di togliersi le casacche e lasciare movimenti autoreferenziali". Quindi arrivano anche inviti ben più espliciti, diretti a Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Sergio Cofferati, Fabrizio Barca, Laura Puppato e Giuseppe Civati. Gran parte dei nomi, putacaso, sono o erano legati al "pantheon" grillino. Lacrime da pm - Le dimissioni dalla procura di Aosta, dove non ha mai voluto andare, Ingroia le firmerà il 18 giugno: "In quell'occasione - ha spiegato - restituirò le chiavi del mio ufficio al mio capo, Marilinda Mineccia". Questo l'esito dell'estenuante braccio di ferro con il Csm: al centro della discordia proprio il trasferimento ad Aosta. La decisione di mollare la politica, ha aggiunto, "è stata presa a malincuore, ma non ci sono più le condizioni perché la tenga ancora indosso. Sono così affezionato a questa toga - proseguiva - che sarei rimasto in magistratura se mi fosse stata data la possibilità di mettere a frutto la mia esperienza ventennale di pm antimafia in Sicilia. Ma c'è chi non vuole - ha accusato ancora una volta -, il Csm in testa". 

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