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Biancofiore: "Prendiamoci anche i voti della Lega Nord"

Michaela Biancofiore

L'intervista a Michaela: "Rifare il partito? Facciamone due. E prendiamoci i voti della Lega Nord"

Andrea Tempestini
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Non ci sono alternative, dice Michaela Biancofiore: bisogna rifare Forza Italia e andare oltre il Pdl, che deve rimanere all'interno di una rinnovata coalizione di centrodestra. «Mi fa piacere che, dopo un anno che sostengo questo concetto, adesso ci siano arrivati anche gli altri...». Non le manda a dire la bionda deputata bolzanina, attuale sottosegretario alla Pubblica Amministrazione. Per lei, berlusconiana di ferro, Silvio è l'unico leader in grado di vincere le elezioni con uno schieramento di moderati. «Anche se la parola “moderati” non mi piace, dà l'idea di qualcosa di moscio e noi non lo siamo». Ok, ma le elezioni hanno evidenziato un calo del Pdl. La soluzione è Forza Italia 2.0?  «Noi siamo il primo partito italiano. E alle Politiche c'è stata una vittoria di Berlusconi, sebbene dimezzata. Poi la mia opinione personale è che accanto al Pdl, che è un'offerta stantia, che non intercetta più le energie fresche e giovani di cui il Paese ha bisogno per uscire da una crisi, debba essere accostata un'offerta molto più fresca e rivoluzionaria. Più con un profilo identico al suo leader Berlusconi».  Lui, ovvio, non si discute...  «Pur non essendo più un fanciullo di primo pelo, è una persona che dentro il suo Dna mantiene quella creatività e quel pizzico di follia che risponde in pieno al motto di Steve Jobs stay hungry, stay foolish   (lett. siate affamati, siate folli ndr). Lui è un fuoriclasse, il nostro centravanti di sfondamento».   Parlavamo di un ritorno a Fi, a cui lei è iscritta dall'inizio. «Credo di essere stata tra le primissime donne, insieme a Stefania Prestigiacomo, ad avere aderito al progetto azzurro. Mi sono fatta tutti gli step, partendo dal mio Trentino fino al Parlamento. Ma noto che ultimamente il Pdl si è imborghesito, quindi è ora di tornare ad una forza composta da professionisti prestati alla politica, che hanno sempre lavorato per il Paese».  Infatti si vocifera di imprenditori a cui il Cavaliere starebbe pensando. È così?  «L'impresa è nella natura di Fi. E certo meglio gli imprenditori che tanti colonnelli o colonnini che hanno sempre e solo vissuto di politica e di lotte tra correnti avverse».   Pensa a qualcuno in particolare, agli ex An?  «Non ho difficoltà a dire ciò che penso. Ma qui non voglio soffermarmi sui nomi, quanto sulla forma da dare al partito del futuro».    Quale forma? «La mia visione è ricostruire la coalizione del centrodestra, ma questa deve imperniarsi, esattamente come nel '94, sul simbolo di Forza Italia, che per tutti evoca una sola persona: Silvio Berlusconi. Ed evoca qualcosa di positivo e di costruttivo. Perché il problema non è il partito di Berlusconi, anzi lui può avere più partiti».  Due partiti, cioè Fi e Pdl?    «Ribadisco che è una mia idea. Ma secondo me bisogna tenere separata la Berlusconi generation, di cui faccio parte e che comprende il gruppo entrato nel '94, e quindi ancora abbastanza giovane, arricchirla con forze fresche e addestrate alle nuove forme di comunicazione, dal resto del Pdl. Il primo gruppo deve guidare la rinata Forza Italia, a livello federale, partendo dai territori, l'altro rimane e fa parte della coalizione». Con gli alleati come la mettete?  «I voti della Lega li possiamo intercettare con facilità. Bisogna poi ricostruire l'ambito della destra, perché lì c'è stata una vera diaspora di consensi. Ma chi si riconosce nel Pdl può tranquillamente rimanere. Il Pdl rimane assolutamente con l'assetto di oggi, ma ampliamo la coalizione e ci rinnoviamo con Forza Italia». intervista di Brunella Bolloli

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