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Cambio ai vertici del PdlNella stanza dei bottoniSilvio chiama la Santanchè

Matteo Legnani
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Si parla di "Renze" e di "Silvie", di Forza Italia 2.0, di un nuovo segretario con più "quid" di Alfano, di nuovi coordinatori. Il Popolo della libertà è un calderone, dopo la batosta alle amministrative che ha ridimensionato quanto i sondaggi vanno dicendo da settimane: e cioè che il partito del Cav sia, oggi, il primo del Paese. E quando le acque tra gli azzurri si agitano, uno dei nomi che non mancano mai è quello di Daniela Santanchè. Di lei si parla come della leader dei "falchi", cioè di quella parte del Pdl che malsopporta (nonostante i sondaggi favorevoli che spingerebbero a tornare al voto) la strategia dell'appeasement scelta dal Cavaliere nei confronti del governo Letta. E di lei, come già altre volte (autunno 2012) si parla come potenziale segretario azzurro, ora che la leadership (sotto tutela) di Angelino Alfano è nuovamente messa in discussione. Ma la destinazione della focosa Daniela, all'interno del Pdl, potrebbe essere un'altra. Gira voce, ed è girata anche ieri nel corso del vertice azzurro a palazzo Grazioli, che Silvio Berlusconi intenda proporla come vicepresidente della Camera per riempire il posto lasciato da Maurizio Lupi diventato ministro. Ma, in regime di larghe intese, al Pd la "pasionaria" del Pdl non andrebbe proprio giù, seduta sullo scranno più alto di Montecitorio, "pericolosamente" vicina alla comunista Laura Boldrini. E così Silvio Berlusconi, che non nasconde di voler rafforzare e ringiovanire la squadra dei coordinatori nazionali, starebbe pensando proprio a lei per fare il terzo in un ticket che la vedrebbe al fianco di Denis Verdini e Sandro Bondi (le cui dimissioni, date più volte, sono sempre state respinte). A Daniela basterà?

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