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Il tracollo della destra post-missina: dallo sdoganamento del Cav alla debacle di Alemanno, passando per il tradimento di Fini

Gianni Alemanno

Sebastiano Solano
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La perdita del Campidoglio da parte del centrodestra è dovuta soprattutto all'assenza di Silvio Berlusconi dalla campagna elettorale. Basti pensare che Ignazio Marino è stato eletto Sindaco di Roma con 12mila voti in meno rispetto a Francesco Rutelli nel 2008, quando fu sconfitto da Gianni Alemanno. Gli elettori del Pdl, insomma, si sono astenuti. La debacle di Alemanno, però, rappresenta, da un punto di vista simbolico, il tracollo definitivo della destra post-missina, già fortemente decimata in questi anni dalle eterne divisioni.  Dall'endorsement del Cav a Fli - Sono passati 20 anni dallo sdoganamento della destra, da quell'An guidata da Gianfranco Fini che grazie al pesante e decisivo endorsement di Silvio Berlusconi era riuscita negli anni a diventare un blocco monolitico che valeva il 12% dell'elettorato italiano. L'inizio della fine è stata la scissione di Fini, quando questi, sollecitato anche da gran parte della sinistra politica e mediatica, immaginò di poter costruire una destra fuori dall'alveo berlusconiano. Velleità, questa, severamente punita dagli elettori. Il motivo è semplice: quella fu una svolta a sinistra. Ricordate? Giustizialismo, antiberlusconismo, aperture importanti sui temi etici e sulla cittadinanza agli immigrati.  Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it Secondo voi, perché la destra è scomparsa?  La diaspora della destra - Gli altri ex-An, d'altro canto, della sinistra avevano preso uno dei vizi peggiori: quella di dividersi. Così, Francesco Storace si fece il suo partitino (anche se successe prima della 'svolta' di Fini), lo stesso Fini seguito da un drappello di fedelissmi si fece il suo partito tascabile,mentre  Ignazio La Russa e Giorgia Meloni  - per non essere da meno - fondarono Fratelli d'Italia e gli altri rimasero fedeli a Berlusconi. Una diaspora.  Il tracollo definitivo - Con la sconfitta di Alemanno, ora, scompare anche quella destra romana che era ormai diventato l'ultimo baluardo degli ex-post-missini. E scompare Alemanno, che ai tempi di Fini rappresentava l'anima sociale della destra. Quello della destra, insomma, è un ritorno al passato. A quando l'Msi, combattiva e compatta, non riusciva ad andare oltre l'elettorato più identitario. Un triste ritorno, per capirci, a prima del 1994, quando grazie allo sdoganamento di Berlusconi, la destra post-Fiuggi era arrivata a rappresentare circa 6 milioni di italiani. 

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