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Pdl, perde in tutti i capoluoghi, gli azzurri: "Senza Silvio in campo, ko"

Lucia Esposito
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Una sconfitta sonora per il Pdl. E poco confortano le riflessioni sul calo dell'affluenza, il dato che è uscito dalle urne è univoco: il Pdl ha perso tutti i capoluoghi. E ora gli azzurri si leccano le ferite, ma soprattutto si apre una riflessione all'interno del partito, una riflessione che tira fortemente in ballo Silvio Berlusconi. In molti, fedelissimi del Cav, ripetono che quando il Cavaliere non scende in campo la sconfitta è sonora (No Silvio, no party" è il titolo di apertura de Il Giornale oggi martedì 11 gigno). Da Maristella Gelmini a Daniela Santanché, lo stesso Berlusconi il giorno dopo il il primo turno ha detto "senza di me è un disastro". Secondo voi, perché il centrodestra ha perso? Vota il sondaggio Limiti e prospettive -  In realtà dietro questa giustificazione (a cui perfino Silvio crede poco) si nasconde un'altra verità. Ed è quella di cui dà conto il direttore di Libero Maurizio Belpietro nel suo editoriale in edicola oggi: il Cavaliere non ha avviato un serio ricambio della classe dirigente locale. "Troppi capetti hanno fatto fortuna grazie a lui e adesso nascondendosi dietro di lui, impediscono che si cambi e quel che è peggio che li si cambi. La botta è così forte che sarà impossibile fare finta di niente. Perdere tutto forse aiuterà a fare qualcosa", scrive Belpietro. Forse si rimetterà mano al partito dando vita a quel restyling di cui il cavaliere ha parlato con Denis Verdini, Daniela Santanché e Daniele Capezzone durante i loro inocontri in Sardegna. Certo è che il Pdl ha pagato l'incapacità di individuare e far crescere una nuova classe dirigente. 

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