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Sveglia-SienaTesta a testatra Nerie Valentini

Col 20% delle sezioni, il candidato della sinistra è al 50,6 contro il 49,4 dell'avversario di centrodestra. Crollo dell'affluenza (-14%) rispetto al primo turno

Matteo Legnani
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Nell'autentica debacle del centrodesta ai ballottaggi (con 11 capoluoghi su 11 consegnati alla sinistra), il testa a testa che si è registrato a Siena fino alla conclusione dello scrutinio avrebbe soprpreso fino a un paio d'anni fa. La città toscana è sempre stata amministrata dal partito (oggi chiamato Pd) che di fatto controlla il Monte dei Paschi di Siena. E continuerà ad esserlo, visto che il candidato del centrosinistra Bruno Valentini si è imposto col 52,0% delle preferenze contro il 48,0 del suo avversario Eugenio Neri. Ma il margine è il più esiguo tra quelli che hanno separato le due coalizioni negli 11 comuni capoluogo in cui s'è svolto il ballottaggio. E già che si sia dovuti ricorrere al secondo turno è una novità, visto che il centrosinistra aveva sempre vinto al primo nelle precedenti amministrative. Segno che il caso Monte dei Paschi ha contato (anche se non abbastanza): nel rinvigorire le speranze degli elettori di centrodestra e nell'intiepidire la cieca fiducia dei senesi di sinistra nel loro partito-banca. Certo, il Movimento 5 stelle la sua parte l'ha fatta: prima forzando il ballottaggio e poi facendo crollare l'affluenza al ballotaggio: 54,98% totale, cioè 14 punti in meno del primo turno. Segno che i simpatizzanti grillini, evidentemente schifati dalle vicende del caso Monte Paschi, si sono ben guardati dal votare al secondo turno per Valentini.

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