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Amministrative, al centrosinistra Brescia e Treviso

Andrea Tempestini
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Il centrodestra viene sconfitto a Roma, ma deve alzare bandiera bianca anche in un'altra storica roccaforte, Treviso, e perde anche Brescia. Si tratta di due città del nord dove il contributo della Lega Nord è sempre stato decisivo. Un contributo che, alla luce degli scandali e delle divisioni che minano il Carroccio, si è indebolito. Ora le due città finiscono al centrosinistra. I dati parlano chiaro: il ko è netto, inappellabile. A Brescia il candidato del centrosinistra Emilio Del Bono si è imposto con il 56,55%, Adriano Paroli, del centrodestra, si accontenta del 43,4 per cento: il capoluogo lombardo torna rosso. Più eclatante il caso di Treviso, dove il sindaco-sceriffo, Giancarlo Gentilini, diventa il protagonista e il simbolo di una storica sconfitta: a lui il 44,18% dei voti. Allo sfidante di centrosinistra, Giovanni Manildo, il 55,82 per cento: cade la roccaforte del Carroccio. "Si è chiusa un'era" - Laconico, come al solito, il commento dello "sceriffo": "Gentilini ha chiuso la propria testa e la propria bocca, così come si è chiusa un'era". Dopo essere stato dominus della politica di Treviso per 20 anni, Gentilini è costretto a farsi da parte. Ha spiegato che intende ritirarsi e che non si presenterà in Consiglio comunale a fare opposizione. "Si sono messi in mano alla sinistra - ha proseguito -, speriamo che adesso vengano giù i cosacchi dal Don". Quindi Gentilini punta il dito pure contro la Lega Nord: "Si è chiusa anche la loro era. Io i voti li ho presi - ha concluso - ma mi è mancato il supporto di Pdl e Lega".

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