Renzi avverte Epifani: "Stavolta non mi faccio fregare, regole chiare prima del Congresso"
Il Sindaco non si fida e vuole evitare la trappola dello Statuto. Letta lo teme, comunque vada a fine il Congresso. E intanto i due firmano l'armistizio. Ma quello tra Veltroni e Prodi...
Matteo Renzi rischia di fare la fine del sorcio. L'asse Bersani-Epifani-Franceschini-Letta le sta provando tutte per ostacolare la corsa a Palazzo Chigi del sindaco di Firenze. Senza dare nell'occhio, senza urla e strepiti, ma semplicemente agitando l'arma dello Statuto del Pd in vista del Congresso. Una clausola quà, un rinvio a future disposizioni là e Renzi è in trappola. Stavolta Renzi vuole però vederci chiaro: " Stavolta non mi faccio fregare, prima si fanno le regole e poi dico se mi candido", ha avvertito, riferendosi alle norme kafkiane messe a punto dal partito durante la corsa per le Primarie dell'ottobre scorso.. Renzi non si fida - Insomma, 'vedere cammello pagare moneta', dove il 'cammello' è la regola statutaria che, attualmente, vede il segretario del partito automaticamente candidato alla leadership e la 'moneta' è la sua candidatura alla segreteria. Renzi tifa per lo sdoppiamento delle due cariche: a fare il paciere tra le mille fazioni perennemente in guerra, e c'è da capirlo, proprio non se la sente. Ma se anche dovesse rimanere tutto com'è, alla fine, Renzi potrebbe accettare di candidarsi alla segreteria, usandola poi come mezzo per la candidatura a presidente del Consiglio. I due scenari - Nonostante le rassicurazioni dell'accoppiata Bersani-Epifani, che hanno in mano le redini del partito, Letta teme Renzi peggio del diavolo. Vuole portare a termine il suo compito governativo e, soprattutto, non ci sta proprio a mollare lo scettro a Renzi al prossimo giro. Analizzando i due scenari, con Renzi segretario Letta avrebbe una spina nel fianco quotidiana, che lo porterebbe al logoramento e, quindi al fallimento. Con Renzi candidato premier, senza il passaggio per la segreteria, Letta avrebbe davanti un temibile avversario, ma almeno potrebbe giocarsela e puntare sui risultati ottenuti con il suo governo. Renzi, in gni caso, si prepara. Tesse alleanze (con Walter Veltroni e Massimo D'Alema) e firma armistizi (quello di ieri con Letta, il cosiddetto patto del 'Give me five', fatto a favore di telecamera). L'armistizio con Letta e il precedente - L'ultimo armistizio democratico fu quello con in calce le firme di Romano Prodi e Walter Veltroni. Il primo era al governo con l'armata brancaleone dell'Unione, il secondo si apprestava a diventare il primo segretario del Partito democratico. Il resto è storia: Veltroni spingeva per un Pd a vocazione maggioritaria, Prodi che aveva imbarcato una miriade di partitini tutti decisivi per le sorti del governo, cadde da lì a poco. Il delitto portava insomma la firma di Veltroni.