Napolitano al governo: "Subito le riforme"
Il Capo dello Stato ribadisce l'appello all'esecutivo Letta e ai partiti. Nel mirino c'è il Porcellum: o si cambia, o è pronto a dimettersi
Quando Giorgio Napolitano aveva accettato la rielezione al Quirinale era stato chiaro: "O fate le riforme o mi dimetto". Un appello che è tornato a ripetere in un'intervista concessa a Eugenio Scalfari ne La Repubblica delle idee. "Non sono intenzionato a rivivere, da presidente della Repubblica, l'incubo di quei mesi, durante i quali nella Commissione Affari Costituzionali del Senato si è pestata l'acqua nel mortaio e non si è stati capaci di partorire nessuna riforma elettorale, avendo tutti i partiti giurato che bisognava farlo". Nel mirino di Re Giorgio c'è sempre il Porcellum. Non ribadisccce esplicitamente la possibilità di lasciare il Colle nel caso di un nuovo stallo, ma è questo il sottinteso del suo pensiero. L'alleanza - Napolitano aggiunge: "Vedo serpeggiare la preoccupazione che quest'alleanza possa durare troppo, anzi che possa durare per l'eternità. Francamente sono un po' sbalordito. Adesso il problema, dopo un mese, è di far vivere questo governo per un'esigenza minima di stabilità istituzionale, direi quasi di sopravvivenza istituzionale e del Paese, poi ognuno riprenderà la sua strada, ma sulle riforme che bisogna fare bisogna trovare il consenso più largo". Il Capo dello Stato si dice "tenace assertore della necessità che, su alcuni terreni fondamentali gli opposti schieramenti politici riescano ad esprimere un impegno comune - questo deve essere innanzitutto il terreno delle regole e delle riforme istituzionali. In questo momento sono per le riforme, che debbono essere nella maggior misura possibile concordate, fermo restando che un'alleanza politica è sempre un'alleanza a termine, in modo particolare quando è un'alleanza eccezionale, come lo fu quella del 1976-1979, come lo è quella attuale".