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Lega, Maroni: "Bossi? Il segretario sono io. Punto"

Roberto Maroni e Umberto Bossi

Il governatore della Lombardia: "Voto cinque meno al governo Letta, non sta facendo nulla. Kyenge? Sullo ius soli si sta muovendo malissimo"

Andrea Tempestini
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La guerriglia tra Roberto Maroni e Umberto Bossi che scuote la Lega Nord si arricchisce di un nuovo capitolo. Ad attaccare stavolta è il governatore della Lombardia: "Non credo che Bossi farà un partito - spiega in un'intervista a SkyTg24 -. Io traditore? Questa cosa mi ha addolorato. Umberto vuole fare il segretario, ma ora il segretario del Carroccio sono io. Punto. Il prossimo congresso eleggerà un giovane. Potrei stare fino al 2015, ma proprio perché voglio fare il governatore a tempo pieno ho detto che anticiperò questa scadenza al più tardi per la primavera del prossimo anno, ma forse succederà prima". Bobo, insomma, sbarra la strada a Bossi, mettendo in chiaro che la leadership è sua e che, nel futuro del Carroccio, non ci sarà il Seantùr ma le nuove leve. Stagione da chiudere - Maroni prosegue spiegando che nel Carroccio "c'è ancora qualche residuo del cerchio magico, anche fuori dalla Lega. Ci sono i circoli magici che si muovono". Sul partito spiega: "La Lega vive questo momento di fermento perché c'é ancora qualcuno nostalgico di una stagione che ho voluto chiudere, che deve essere chiusa. Non è ancora chiusa definitivamente ma sarà chiusa". E' netto il governatore della Lombardia, che prosegue: "C'è qualche polemica, ma sono questioni interne che saranno presto risolte". Il segretario federale del Carroccio dice di "far conto che dall'anno prossimo non ci saranno più soldi pubblici, e quindi bisogna fare i conti con le nostre risorse interne e tagliare quello che non è sostegno all'azione politica. E la Lega - sottolinea - ha speso e sta spendendo soldi per attività che non sono direttamente collegate all'azione politica". Contro la Kyenge - Nell'intervista a Sky, Maroni parla anche del governo Letta, al quale dà il voto "cinque meno, perché fino ad oggi di cose concrete non ne ha fatte". Nel mirino ci finisce anche il ministro dell'Integrazione, Cécile Kyenge. "Il governo italiano - afferma il governatore della Lombardia - dovrebbe lasciare da parte stupide ideologie per occuparsi di cose concrete. La Kyenge sullo ius soli si sta muovendo malissimo, perché genera conflitto. Il governo affronti i problemi dei giovani senza lavoro, delle aziende del nord che chiudono perché fino ad ora di risposte ne sono arrivate zero".

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