Il filosofo grillino Becchi: "Da Monti a Letta è in atto un colpo di stato permanente"
Il tutto, spiega l'ideologo del M5s, a causa dell'enorme potere accumulato da Napolitano. E sul presidenzialismo: "Un modo per far fuori Grillo"
L'anima complottista del M5s è in pieno spiegamento di forze. Agitare lo spettro di chissà quali trame oscure serve a Beppe Grillo per contenere la diaspora che sta decimando i gruppo parlamentari da una parte e la fuga degli elettori dall'altra. Una mossa che però che si sta rivelando un boomerang per il M5s, che perde pezzi a cadenza ormai quotidiana. Ma il comico genovese è convinto che sia questa la strada maestra da seguire così, dopo qualche settimana d'esilio dopo le dichiarazioni sulla "rivoluzione da fare con i fucili", sul blog di Grillo imperversano gli intermeninabili deliri del filosofo grillino Paolo Becchi. Un colpo di stato permanente - Quello di oggi, sabato 8 giugno, prende di mira Giorgio Napolitano e la concentrazione di potere nelle sue mani. La tesi di Becchi è semplice: dalle dimissioni di Berlusconi al governo Letta, passando per l'esecutivo tecnico guidato da Monti, in Italia sarebbe in atto - dice Becchi citando Mitterand - un "colpo di Stato permanente". "È la storia di un colpo di stato permanente - spiega - quella che inizia con la caduta di Berlusconi – mai sfiduciato dal Parlamento ma costretto a rassegnare le dimissioni per le pressioni dei mercati e le impennate improvvise dello spread – per arrivare oggi al Governo Letta, passando per il Governo “tecnico” di Monti, imposto d'autorità dal Presidente della Repubblica, e per la rielezione stessa di Napolitano, atto senza precedenti nella storia della Repubblica", esordisce. Fame di poltrone - Ad avvantagiarsi di questo colpo di stato, continua l'ideologo dei grillini, sarebbe ora Enrico Letta: "E le elezioni che si sono nel frattempo svolte? È come se non ci fossero mai state: lo stesso Presidente di prima, lo stesso Governo del Presidente, in cui il fantasma di Monti si è reincarnato nell'accordo Pd-Pdl a sostegno del Governo Letta. Zio e Nipote, Gianni ed Enrico, si ritrovano finalmente insieme". Ma perché riproporre questa tesi poprio ora? Facile: "Eppure qualcosa è realmente cambiato: in Parlamento, oggi, siede una forza politica nuova, che rappresenta quasi 9 milioni di cittadini. Questo 25% del Paese, però, non trova alcuna espressione nei 35 “saggi” incaricati di scrivere una nuova Costituzione ad uso e consumo di una “casta” di partiti sempre più in crisi ma che non intendono rinunziare ad alcuno dei loro privilegi. Com'è possibile un'esperienza costituente dalla quale sono, per principio, esclusi 9 milioni di italiani? Questa non è più tirannia della maggioranza: è la fine della democrazia". Insomma, la solita questione di poltrone, nonostante il M5s da questo punto di vista non può certo lamentarsi: vice presidenti e segretari d'aula, presidenze e vice presidenze delle commissioni e rappresentanza nelle stesse, molti parlamentari del M5s non sono di certo rimasti a bocca asciutta. Il presidenzialismo? Un modo per far fuori il M5s - Becchi si avventura infine in una lunga e a dir poco temeraria lezione di diritto costituzionale: "La forma di governo parlamentare è definita attraverso un meccanismo di pesi e contrappesi tra tre poteri: il Presidente della Repubblica, il Parlamento ed il Governo. Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento, rappresenta l'unità della nazione e non ha alcun potere di Governo: è quello che si definiva “potere neutro”, non esercitando funzioni legislative né esecutivo, ma un ruolo di garante del sistema". Quindi la stoccata a Napolitano: "L'esperienza del Governo Monti – proseguita nel Governo Letta – ha “rovesciato” questi rapporti: il Presidente della Repubblica ha potuto, infatti, esercitare di fatto un potere amplissimo, di vero e proprio indirizzo politico, imponendo al Parlamento le sue condizioni e rendendo la fiducia un momento puramente formale del rapporto tra Parlamento e Governo. Non è stato, forse, questo, un colpo di stato?". Già, perché? Per modernizzare le istituzioni? Perché lo chiedono i cittadini? Macché, il motivo è molto più recondito: "L'obiettivo politico è uno solo: ridimensionare il ruolo del Parlamento in modo da ricostituire, intorno all'elezione diretta del Capo dello Stato, il sistema bipolare Pd – Pdl, sconfiggendo definitivamente il nemico comune, ossia il M5S". A rileggere i suoi deliri sorge un dubbio: ma Paolo Becchi crede davvero a quello che dice? E Grillo?