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Renzi verso la segreteria PdBrunetta: se diventa capo il governo cade

Lucia Esposito
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 "Io mi sono stancato di passare per il monello in cerca di un posto, il ragazzo tarantolato con la passione del potere. Sono l'unico che non si è seduto su nessuna poltrona ed è rimasto dov'era prima. Se c'è bisogno di me, me lo diranno i sindaci, i militanti. Persone che stimo molto mi consigliavano di non farlo; ora però si vanno convincendo anche loro". In in un'intervista al Corriere della Sera, Matteo Renzi spiega che se ci sarà la sua candidatura alla segreteria "di sicuro non sarà come l'altra volta una campagna improvvisata, per quanto bella. C'è bisogno di una squadra ben definita". E sottolinea che il ruolo di leader di partito e quello di primo cittadino "non sono incompatibili". Spiega il sindaco di Firenze: "avere una funzione nazionale finora ha aiutato a fare meglio il sindaco, ad esempio a trovare i fondi per salvare il Maggio Fiorentino".  La picconata anti-Letta - La sua scelta comunque "dipende dal Pd, non da me", tiene a precisare. Ma ora "anche i bersaniani mi chiedono 'Matteo ora basta, ci stai o no?'". Certo, se dovesse diventare segretario il rischio che il governo cada in pochi mesi come successe a Prodi con Veltroni "c'è. Anche più grave di quello del 2007: allora c'era un governo di centrosinistra, questo vede sinistra e destra insieme". E sull'attuale governo osserva: "Io spero che Letta abbia successo. Lo stimo, abbiamo un bel rapporto. Apprezzo il suo equilibrio; mi convincerà meno se cercherà l'equilibrismo". Sul fronte delle riforme, per Renzi "la prima cosa è la legge elettorale e invece la si vuol mettere ultima", mentre sui saggi osserva: "quando la politica non vuole risolvere le cose fa una commissione".  E a proposito del decreto sull'abolizione del finanziamento ai partiti dice: "taccio, ho fatto voto di non parlare male del governo" ma "si poteva avere più coraggio, spero il parlamento lo migliori. E - aggiunge - che venga abolito il Senato, trasformandolo in Camera delle autonomie: 315 parlamentari n meno significano meno costi e più efficienza". La levata di scudi - Ma sul nome di Renzi a segretario del Pd, c'è la levata di scudi di Renato Brunetta che, intervistato da Skytg24, ha detto che se vince Renzi il Pd si spacca e di conseguenza cade il governo». Brunetta non ha perso l'occasione per far notare al sindaco di Firenze cgh «Ma quando lo fa il sindaco? E' sempre in giro per l'Italia...". Brunetta si dice preoccupato per le "divisioni interne al Pd, un partito che cambia segretario come si cambiano le camiere. Ne ha uno diverso per ogni pochi mesi" e poi, aggiunge il capogruppo alla Camera "è il partito che ha impallinato due propri esponenti di primo piano come Prodi e Marini, questo non possiamo dimenticarlo". Inevitabile il confronto con il Pdl: "Il nostro è 

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