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Lega, Bossi sfida Maroni: "E' un traditore, torno alla guida del partito"

Esplosiva intervista a Repubblica: "Mi ha tradito nel 1994 col Cav, lo farà sempre. Le scuse per il mio cognome? Mi avevano trascinato in manette"

Giulio Bucchi
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Il Senatùr si vuole riprendere la Lega Nord. Umberto Bossi, ex segretario e oggi presidente del Carroccio, lo fa sferrando un attacco frontale al suo ex braccio destro, Roberto Maroni, suo successore alla guida del partito. In una esplosiva intervista a Repubblica, lo definisce niente di meno che "traditore": "Non ha i nostri ideali. Quando uno tradisce una volta - e Maroni quando ruppi con Berlusconi nel 1994 gli sedeva accanto, si opponeva - poi tradisce sempre". "Si illude - aggiunge Bossi - di diventare il plenipotenziario di Berlusconi al Nord, ma il Pdl non rinuncerà mai a presentare le sue liste in casa nostra, come fa la Cdu tedesca con la Csu in Baviera". "Maroni sta distruggendo la Lega" - Per il Senatùr, che negli ultimi giorni ha attaccato più volte il governatore della Lombardia, "Maroni sta distruggendo la Lega, butta fuori la gente". Su Roberto Calderoli, elemento di spicco del fu Cerchio magico bossiano, il giudizio è sospeso: "E' un gran lavoratore ma ora si barcamena come può, cosa vuole...". Il 10 aprile 2012, fresco di scandali Belsito e Renzo Bossi, si scusò a Bergamo davanti al popolo verde chiedendo scusa per i danni provocati da "chi porta il mio cognome": "Non lo rifarei mai, non ripeterei quelle parole - spiega ora Bossi -. A Bergamo mi ci avevano trascinato in manette. E ora mi hanno tolto le guardie del corpo e gli autisti per cercare di impedirmi di andare in giro a parlare con i militanti a dire la verità. Espulsioni, espulsioni, mandano a rotoli la mia Lega". "Tornerò alla guida del partito" - Qualche settimana fa si era sparsa la voce di un nuovo partito guidato da Bossi, una diaspora di leghisti. Al contrario, Bossi si vuole riprendere la Lega, il "suo" partito: "A furia di buttare fuori gente e tradire gli ideali della Lega la pressione su di me si è fatta irresistibile. Devo per forza rimettermi alla guida del partito". Pronto un nuovo giornale per prearare il terreno, si chiamerà La lingua padana: "Ricominciamo dalla nostra identità, ce n'è un bisogno enorme e allora le assicuro che il traditore dovrà fare i conti con noi". E su Belsito e scaldali finanziari il Senatùr glissa: "A Belsito i magistrati fanno dire quello che vogliono, ha paura. Io avevo in mano la Lega, mica avevo bisogno di un'altra cassa".

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