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Riforme, Bindi a Letta: "Si occupi di economia"

Lucia Esposito
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"Io  naturalmente non dirò nulla sul contenuto delle riforme: resterà assolutamente neutrale...Mi volete far dire qualcosa che non ho intenzione di dire. Questa questione è all'ordine del giorno della Commissione dei membri della Camera e del Senato che si sta costituendo che è deputata a entrare nel merito..sarà poo discussa nel comitato di esperti. Soltanto allora si entrerà nel merito. E quanto ai pareri dell'uno e dell'altro ognuno ha le sue convinzioni". Giorgio Napolitano non si sbilancia è abbottonatissima sulla questione del semipresidenzialismo, la sua posizione non gli permette di prendere una posizione su questo tema. Ma come ricorda il Corriere il 30 maggio 2012, chiudendo un discorso davanti al consiglio comunale di Pordenone Napolitano disse: "In questi anni ho rafforzato la convinzione che i nostri costituenti nel 1946-47 , in quello straordinario sforzo di equilibrio, di unità, di sintesi e di luingimiranza diedero una soluzione al problema del Capo dello Stato profondamente motivata: avere al vertice dello Stato una figura neutra, politicamente imparziale, che restesse estranea al conflitto tra le forze politiche e le correnti ideologiche". Insomma, Napolitano è profodamente convinto del ruolo "super partes" che serve al Capo dello Stato. Ma è vero che nella storia della Repubblica non tutti i presidenti lo sono stati. Nessuna scorciatoia -  Contraio al semipresidenzialismo anche il direttore di Repubblica Ezio Mauro che nel suo editoriale spiega che non è cambiando la Costituzione, non è col presidenzialismo o col semipresidenzialismo che si "trovano quei rimedi che la politica dovrebbe trovare in se stessa, se vuole riconquistare la fiducia dei cittadini senza quell'adulazione che il popolo chiama demagogia".  Retromarcia Rosi - Contraia alla riforma anche  come Rosy Bindi che  ricorda quello che è successo ad aprile, con le imboscate a Franco Marini e Romano Prodi: "Mi spiace rispondere al presidente del consiglio, lo faccio dopo un giorno - spiega, amareggiata, da Bologna, dove la ex presidente democratica è intervenuta alla grande manifestazione per la Costituzione con, tra gli altri, Zagrebelsky, Rodotà e Saviano - ' sbagliato dire che quello che è successo per l'elezione del presidente della Repubblica dipende dalla Costituzione. Dipende, invece, dalla politica e in particolare dal Partito democratico. I leader di allora hanno sbagliato tutto, la Costituzione non c'entra". In attesa del Congresso d'autunno, il clima nel Pd pare già surriscaldato.  “Il governo assolva alle sue responsabilità -dice- c'è molto   da fare nel campo dell'economia, del lavoro, della scuola, della   salute, nella lotta alle povertà e all'emarginazione sociale e lasci   lavorare il Parlamento rispettando la sua autonomia e le sue   prerogative, si apra un ampio dibattito tra tutte le forze politiche e  nelle tante e vive realtà del Paese, perchè la Costituzione è di  tutti e non di una parte, ancorchè maggioranza di governo”. La Bindi che pure con Prodi sosteneva la necessità di una riforma costituzionale adesso fa retromarcia. 

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