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Insulti a Rodotà, silurati Crimi e LombardiI tre grandi errori di Grillo

Lucia Esposito
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Nei giorni successivi al flop di Beppe Grillo alle amministrative ci si è interrogati sui motivi della sconfitta, tutti i commentatori politici si sono lanciati in analisi tracciando anche dei possibili scenari sul futuro del Movimento. Ma gli scenari sono destinati a cambiare in continuazione perché il mondo dei grillini in questi giorni infuocati è praticamente incandescente. Basti pensare alla email al veleno della orami quasi ex capogruppo alla Camera Roberta Lombardi e la reazione fuoriosa di Grillo alle critiche sollevate dal suo candidato alla Presidenza della Repubblica Stefano Rodotà.  Primo errore - Dove sbaglia Grillo? Nel suo editoriale di Oggi, venerdì 31 maggio, Luca Ricolfi sottloinea che uno dei grandi equivoci in cui è caduto Beppe Grillo è stato quello di non aver compreso né la natura della Rete. In sostanza lui si è accorto del potere enorme del mondo telematico, la possibilità di esprimere immeditamente un'opinione, la possibilità di dar voce anche a chi normalmente non può farsi sentire, ma ha sottovalutato gli effetti negativi: "La facilità con cui si viola la privacy, diffondere anche informazioni non verificate, dare voce anche agli incompetenti, permettere l'espressione dei peggiori sentimenti o semplicmente sottrarre tempo a chi potrebbe usarlo assai meglio". Il Movimento 5 Stelle ha datto un peso eccessivo alla Rete e sogna di aprire a tutti la partecipazione alle decisioni attraverso il voto elettronico.  Secondo errore -  Grillo non ha capito  sostiene Ricolfi, che la maggior parte degli elettori non sono né fanatici né militanti. "Sono disgustati dalla politica, vorrebbero mandare a casa una classe dirigente che li ha profondamente delusi ma allo stesso tempo vorrebbero che un governo ci fosse". Insomma, la politica del "vaffa" senza se e senza ma, del muro contro muro sempre e comunque non sta pagando. Il Movimento Cinque Stelle ha ostacolato in ogni modo la nascita di un governo che fosse compatibile con quello uscito dalle urne.  Terzo errore  Un altro errore di Grillo è stato quello di sottovalutare l'importanza della competenza e dello stile. "Molti elettori - la maggioranza a mio parere, scrive Ricolfi - non si accontentano affatto di essere governati da gente "semplice e onesta" ma vorrebbero che i politici che li rappresentano fossero competenti ed esperti". Certamente non hanno pagato le litigate sugli scontrini, sui rimborsi spese, il continuo ricorrere ad espressioni "forti", l'incapacità di accettare critiche nonostante arrivassero da "voci amiche" come quella di Stefano Rdotà. 

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