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Renzi verso la segreteria

Lucia Esposito
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Matteo Renzi ha smesso di "vivacchiare". L'occasione è stata la presentazione del suo libro "Oltre la rottamazione" in cui il sindaco di Firenze ha picchiato sul governo delle larghe intese che deve smetterla di "vivacchiare", ma secondo indiscrezioni la discesa su Roma è stata anche l'occasione per mettere a punto la sua strategia, tra i suoi fedelissimi crescono le pressioni affinché Matteo decida di scendere in campo per il congresso. E lui non esclude esplicitamente (nè lo ha mai ammesso) la possibilità di candidarsi alla segreteria. Ci sta pensando e ha ancora molto tempo per farlo dal momento che il congresso dovrebbe slittare da ottobre a dicembre e, di conseguenza, scivolano anche i termini per la presentazione delle candidature che si sposterebbero così a settembre. Lo schema, in attesa delle nuove elezioni, potrebbe essere quindi della sua candidatura alla segreteria e poi correre per la premiership.  Franceschini: "Non è uno yogurt" - La sua candidatura a segretario del partito eslcude però la ricandidatura a sindaco di Firenze. Su questo il Renzi non ha dubbi. E dalle colonne di Repubblica anche Dario Franceschini, ministro dei rapporti con il Parlamento (lui si definisce "ministro delle rogne") legittima la premiership del sindaco di Firenze. Secondo Franceschini Renzi non ha alcuna fretta di tornare a votare, si limita a punzecchiare e stimonalre il governo, perché "sa che le sue carte per la leadership non sono in scadenza come uno yogurt se il governo viene aiutato a lavorare bene chiunque verrà dopo, chi vince le elezioni, sarà avvantaggiato". Certo è che il sindaco ha messo in atto una strategia da guerriglia a bassa intensità: a microfoni accesi nega di lavorare per una crisi d'autunno ma lui scalda i motori e dà piccoli colpi di piccone al governo. Tutti gli occhi in via del Nazareno sono puntati su di lui...

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