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Amministrative, flop del Pdl

Gianni Alemanno e Silvio Berlusconi

Andrea Tempestini
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Il crollo più evidente è quello del Movimento 5 Stelle, che ha perso ovunque e non si giocherà nemmeno un ballottaggio. Ma a fronte di un Partito Democratico che a Roma come in altre città di fatto ha tenuto, c'è un secondo flop da registrare: quello del Pdl. Il tonfo più evidente a Roma, dove le difficoltà della gestione di Gianni Alemanno e la sua politica fiscale si sono tradotte in un'enorme perdita di voti. Il sindaco uscente insegue Ignazio Marino, ed è staccato di oltre una decina di punti (43% contro 30): il recupero pare un'impresa ardua, quasi impossibile, anche se già nel 2008 al ballottaggio Alemanno riuscì a ribaltare il verdetto del primo turno contro Francesco Rutelli (ma allora il divario era di soli 5 punti). La presenza di Silvio Berlusconi al comizio di chiusura della campagna di Alemanno, insomma, non è bastata. Senza il Cav impegnato in prima persona nella campagna elettorale capitolina, e non solo, la strada per gli azzurri si è rivelata impervia, tutta in salita. Senza Silvio, distratto tra processi, impegni in Russia e beghe di governo, per il centrodestra è difficile affermarsi. Dati impietosi - Ma non c'è solo Roma. A Vicenza la sinistra doppia il centrodestra e col 54% riconferma Achille Variati (la leghista Manuela Dal Lago, candidata pesante, è inchiodata al 27%), a Treviso il sindaco-sceriffo Giancarlo Gentilini prende il 34% rispetto al 43% di Giovanni Manildo, candidato del Partito democratico. Quindi Imperia, la roccaforte di Claudio Scajola, dove Erminio Annoni del Pdl si ferma al 28% e andrà al ballottaggio: Carlo Capacci, del centrosinistra, sfiora la vittoria al primo turno con il 46 per cento. Al primo turno, per gli azzurri, sonora sconfitta anche ad Ancona (Mancinelli del Pd al 37%, D'Angelo sostenuto dal Pdl al 20%) e quindi il significativo caso di Brescia, città tradizionalmente di centrodestra, dove è sostanziale pareggio tra Emilio Del Bono (Pd) e Adriano Paroli (Pdl), entrambi sotto al 40% e che se la giocheranno al ballottaggio. Tra le altre città "pesanti", non cambia il vento a Siena, dove in testa, nonostante gli scandali Mps, c'è il candidato del centrosinistra, Bruno Valentini, con il 40% rispetto al 23% raccolto da Eugenio Neri, del centrodestra. I commenti - Tra i pochi commenti filtrati da via dell'Umiltà, ecco quello del coordinatore del Pdl, Sandro Bondi: "In attesa dei ballottaggi, dai dati delle amministrative risulta confermata una dinamica bipolare incardinata sui due maggiori partiti nazionali, e cioè Pdl e Pd, che abbiamo interesse a stabilizzare". Insomma, Bondi ne fa un discorso di politica nazionale e spiega che è necessario garantire "il successo dell'attuale governo approvando riforme istituzionali". Da Roma, Gianni Alemanno, spiega che "la rimonta è nelle cifre, oggi c'è un distacco di circa 120.000 voti tra me e Marino e quando finì il primo turno nel 2008 il distacco tra me e Rutelli era di 85mila: quindi è una cosa che si è già verificata e si può realizzare". Quindi una battuta sul derby - la finale di Coppa Italia tra Roma e Lazio di domenica pomeriggio -: "Non è stato l'elemento determinante del voto romano, ma ha contribuito a creare un clima di distrazione, di stordimento, di irritazione, di festeggiamenti da parte di chi ha vinto o perso la partita". Cav: "Il governo non rischia" - Da parte di Berlusconi, per ora, nessuna dichiarazione. Chi lo ha sentito ha detto che avrebbe spronato Alemanno a non mollare, perché questo è il momento di serrare i ranghi. Il Cav non dovrebbe rientrare domani a Roma per partecipare alla riunione dei gruppi parlamentari, prevista alle 12.30: l'ex premier nel weekend è volato in Russia per incontrare Vladimir Putin, e dovrebbe restare ancora qualche giorno in Sardegna per poi fare rientro ad Arcore. Per ora l'unico appuntamento ufficiale in agenda è il colloquio di giovedì con Adriano Galliani e Massimiliano Allegri per il futuro del Milan. Silvio, insomma, preferisce non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Ai fedelissimi però ha confidato di temere la disaffezione dal voto, perché - a sua detta - significa che i partiti sono ancora troppo distanti dalle richieste della gente, e "ancora non ce ne siamo resi conto. L'astensionismo - avrebbe aggiunto - si combatte solo con risposte concrete, sarebbe stato il monito del leader azzuro". Infine l'ex premier ha invitato i suoi a non dare troppa importanza all'esito del primo turno, in attesa dai ballottaggi: "Non è il momento di sollevare altri polveroni, devono prevalere ancora una volta i toni bassi. Non c'è nessun rischio per la tenuta del governo".

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