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Amministrative, Roma: ballottaggio Marino-Alemanno. Testa a testa a Brescia. I risultati

Giulio Bucchi
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A Roma un elettore su due è stato a casa. Lo scrutinio è arrivato a 1.204 sezioni su 2.600: si delinea con certezza il ballottaggio. In testa c'è Ignazio Marino al 42,6% quindi Gianni Alemanno, Pdl, con il 30,3 per cento. I due si giocheranno il Campidoglio al secondo turno. Staccatissimi il grillino Marcello De Vito, al 12,6%, e l'indipendente Alfio Marchini, al 9,5 per cento. I dati restano parziali e nelle prossime ore potrebbero variare sensibilmente, ma per il ballottaggio la partita pare già chiusa. Il dato certo, invece, è quello relativo all'aflluenza, bassissima: i numeri definitivi diffusi dal Viminale indicano che a Roma ha votato il 52,8% degli aventi diritto, il 20,86% in meno rispetto alle precedenti elezioni.   Tutti i risultati, Comune per Comune Vai allo speciale di Liberoquotidiano.it Alemanno ottimista - Il primo commento è stato quello del sindaco uscente, Gianni Alemanno: "Abbiamo ottenuto il primo obiettivo, quello di arrivare al ballottaggio". Alemanno ha aggiunto: "Vedo che la sinistra canta vittoria, ma sottolineo che il ballottaggio è un altra partita, ed è aperta. Ricordo che con l'attuale affluenza questa differenza tra me e Marino vale 124mila voti, contro il vantaggio di 84mila voti che aveva rutelli nel 2008. Chi voterà al ballottaggio sarà un elettorato diverso, non ci saranno liste, candidati e voto di apparato". Il trend negativo a 5 Stelle - Il risultato della Capitale, sia pur ancora parziale, confermerebbe già il trend degli ultimi risultati elettorali del Movimento 5 Stelle, un trend decisamente negativo. Dopo il boom delle politiche di febbraio, infatti, nel giro di poche settimane sono arrivati i bruschi stop dalle regionali del Friuli Venezia Giulia e, oggi, il bottino magrissimo alle regionali della Valle d'Aosta, il flop di Siena e un tonfo ancor più clamoroso a Treviso, in Veneto, dove i grillini elessero il loro primo sindaco. La sinistra, però, non può ancora cantare vittoria. Il precedente delle amministrative del 2008 parla chiaro: al primo turno Francesco Rutelli staccò Alemanno di 5 punti percentuali, ma al ballottaggio si impose il candidato di centrodestra. Marino, da par suo, ha parlato della necessità di "uscire della palude" e ha strizzato l'occhio al Movimento 5 Stelle, parlando di "temi comuni". Marchini ha spiegato che "se non ci fosse stato il sentimento emerso con l'astensione io non sarei qui. E' una dato che fa riflettere e al quale bisogna rispondere con proposte concrete". Il grillino De Vito ha ammesso il calo del Movimento, pur definendolo "non drammatico". Le altre città - Ma la partita delle amministrative non si giocava soltanto a Roma. Molte altre città sono andate al voto: oltre al flop del M5s (che già processa Beppe Grillo) bisogna registrare il tonfo del Pdl (leggi l'analisi), che insegue un po' ovunque. A Siena, nonostante lo scandalo Mps, il Pd tiene botta: il democratico Valentino Bruno si attesta al 39,5%, staccando di oltre 20 punti Neri Eugenio del Pdl, che non va oltre il 23,4%. A Imperia la debalce del Pdl ha proporzioni storiche: nel feudo di Claudio Scajola, al potere da circa due decenni, al primo turno passa a Carlo Capacci del Pd, che raccoglie il 46,83% delle preferenze (Erminio Annoni, del Pdl si ferma al 28,20%). A Brescia è testa a testa tra Adriano Paroli ed Emilio Del Bono, che si posizionano al 38%. In Veneto va in scena il tracollo della Lega. A Vicenza il centrosinistra, con Achille Variati, ce la fa al primo turno: raccoglie il 53,5% rispetto al 27,4% di Manuela del Lago, candidata dalla Lega e sostenuta anche dal Pdl. Sempre in Veneto, a Treviso il risultato non cambia: il sindaco uscente Giancarlo Gentilini della Lega non va oltre il 34,8%, mentre il candidato del centrosinistra Giovanni Manildo ottiene il 42,8% dei suffraggi. Il dato sull'affluenza - Rispetto a quello capitolino, migliora il dato sull'affluenza nazionale, ma il clima di questa tornata di elezioni amministrative non cambia: vince ancora l'astensionismo, con l'11% in meno rispetto alle ultime omologhe elezioni. A livello nazionale, l'affluenza alle 15 di lunedì si fissa al 67,1%, decisamente meglio del devastante 44,6% registrato alle 22 di domenica. A Brescia l'affluenza si ferma al 65,5, a Sondrio al 60, a Lodi al 63,6, a Siena al 68,4% e a Treviso al 63,2 per cento. A Roma città alle politiche di febbraio l'affluenza è stata del 77%, con il Pd al 28, M5S al 27 e Pdl al 18.

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