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Mediaset, Berlusconi: "Le motivazioni della sentenza sono surreali"
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Non c'è tregua nella guerriglia tra magistratura e Silvio Berlusconi. Il pool di Milano ha presentato le motivazioni della condanna nel processo Mediaset. Questo il succo: il Cav, secondo le toghe, gestiva l'evasione fiscale anche quando era premier. Per la magistratura il sistema è stato portato avanti per molti anni, "nonostante i ruoli pubblici assunti". Insomma, non ci sono margini per alcuna attenuante. I legali dell'ex premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, annunciano di impugnare le motivazioni, definite "erronee e sconnesse". "Motivazioni surreali" - Il Cav, da par suo, passa subito alla controffensiva. Lo fa con una nota diffusa alle agenzie di stampa: "Le motivazioni della sentenza della Corte d'Appello di Milano nella vicenda Mediaset - scrive - sono davvero surreali. Se vi è ancora un barlume di buonsenso nell'applicazione del diritto e sulla valutazione del fatto, questa sentenza non potrà che essere posta nel nulla riconoscendosi la mia assoluta innocenza". Berlusconi aggiunge: "Mai ho avuto conti all'estero, come risulta indiscutibilmente dagli atti. Mai neppure un centesimo delle asserite violazioni fiscali mi è pervenuto così come parimenti risulta dagli atti. Tutti i proventi dei diritti sono rimasti in capo alle aziende di terzi che li commercializzavano". "Se c'è buonsenso..." - Nella nota il Cavaliere spiega però che "vi è di contro la prova conclamata che alcuni dirigenti infedeli di Mediaset hanno ricevuto svariati milioni di euro per comprare tali diritti. E' ovvio - aggiunge - che mai un imprenditore avrebbe potuto tollerare che i suoi dirigenti fossero pagati da fornitori per agevolare gli acquisti nella propria azienda". Quindi la conclusione: "Se vi è ancora un barlume di buonsenso sull'applicazione del diritto e sulla valutazione del fatto questa sentenza non potrà che essere posta nel nulla riconoscendosi la mia assoluta innocenza".
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