Romani: "Berlusconi ha un patto con Napolitano per non far cadere il governo"
Romani rivela i dettagli dell'intesa tra Berlusconi e Re Giorgio: "La spina non può essere staccata in modo improvviso. Ma chi decide, comunque, è Silvio"
Fedelissimo di Silvio Berlusconi, uomo di vertice sia in Mediaset, sia in Forza Italia, sia nel Pdl. Né falco né colomba: lui è Paolo Romani, e intervistato dall'Huffington Post fornisce importanti informazioni sul futuro dell'esecutivo. "E' impossibile staccare la spina al governo Letta - spiega al quotidiano online diretto da Lucia Annunziata -. Il motivo è chiaro. Noi abbiamo un patto col capo dello Stato, e la crisi non si può fare in modo imprevisto. Napolitano ha accettato la riconferma a patto che si facesse un governo di larghe intese. Il governo si è fatto grazie a lui e grazie al fatto che ha contribuito a eliminare le resistenze del Pd. Questo significa che non si può staccare la spina in modo imprevisto". Secondo Romani, insomma, si è aperta l'era della diplomazia e del dialogo tra Pd e Pdl. Garante assoluto del clima collaborativo è sempre lui, Re Giorgio, il Capo dello Stato. Le condizioni - Il governo reggerà sì, ma non a tutti i costi. "Se non vengono attuate le misure su cui Letta ha incassato la fiducia - aggiunge Romani - allora, inevitabilmente, il governo è destinato a saltare". Quindi un nuovo importante particolare: "Il patto col Quirinale lo ha siglato Berlusconi. Non saranno i nostri al governo a dichiarare o meno esaurita quest'esperienza sarà Berlusconi. Quando giudicherà esaurito il percorso di questo governo, lo deciderà lui". Romani ripete le condizioni: "Il governo si scioglie se non vengono attuate le misure illustrate da Letta nel discorso su cui ha ottenuto la fiducia del Parlamento. Ossia abrogazione totale dell'Imu, stop all'aumento dell'Iva, riformulazione della Tares, risorse per lo Sviluppo". Il governo, insomma, potrebbe cadere sulle grandi riforme, e non per un "colpo di testa". "Nei panni di Letta..." - L'ex ministro ripete poi che la ricetta del Pdl è "meno tasse sul lavoro, sull'impresa e sulle famiglie", e che questi sono i punti "non negoziabili". "E' necessario, da subito, ridare fiducia nei consumi, riattivare la propensione delle famiglie italiane a consumare". Per ottenere questi obiettivi, però, serve determinazione anche in ambito europeo per archiviare l'austerity: "Spero che i ministri del governo di Enrico Letta, nei rapporti con l'Europa, non abbiano timidezza, soprattutto quelli dei dicasteri economici". Sempre sul premier, Romani aggiunge: "Mi sono messo nei suoi panni. Capisco che la sua principale difficoltà è che parla a quei 340 parlamentari del suo partito che hanno fatto una campagna elettorale in nome del 'mai con l'uomo nero', e che volevano un governo con Grillo. Ora è lì che ci sono le maggiori difficoltà per il governo".