I parlamentari del Pdl contro Brunetta: "Sovietico"
Lo rivela Il Giornale. Il capogruppo avrebbe proposto un articolo dello Statuto che prevede che ogni proposta di legge passi prima dalla "presidenza"
Il paradosso per Renato Brunetta? Essere definito comunista. Anzi peggio: "sovietico". Adalberto Signore su Il Giornale racconta di una "frizzante" riunione del gruppo del Pdl tenutasi ieri a Roma. In cima all'agenda le contromosse da adottare nei confronti del Pd, un partito allo sbando che potrà però rivelarsi pericoloso per il Pdl e Silvio Berlusconi: una cosipcua frangia del partito guidato da Guglielmo Epifani è infatti pronta a votare l'ineleggibilità del Cav. L'articolo della discordia - Durante la riunione si è quindi parlato di come porre argine alle imboscate del Pd. Ma anche di altro. A rendere infuocata la riunione, secondo Dagospia, ci ha pensato il fumantino capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta che avrebbe inserito all'interno dello Statuto del gruppo un codicillo: l'articolo 6, che prevede che proposte di legge, emendamenti, interrogazioni e interpellanze debbano essere approvate dalla presidenza. I parlamentari sarebbero però saltati sulle barricate, scagliandosi contro la norma, da loro definita "sovietica" e "anti-costituzionale".