Chiara, la candidata al Campidoglio affetta da autismo
E' al 24° posto nella lista di Ignazio Marino. Il padre, Maurizio, le farà da accompagnatore. Obiettivi: contribuire ad abbassare i toni in politica e a far uscire dall'anonimato i disabili
Chiara Ferraro, 21 anni, affetta da una grave forma di autismo, è candidata come consigliere comunale al Campidoglio nella lista civica di Ignazio Marino. Come spiega Repubblica, è il primo caso nella storia politica italiana di una candiadata affetta da una disabilità intellettiva così grave. Il dibattito è aperto. La sinistra candida una ragazza che non potrà per forza di cose fare proposte né critiche. Una giovane donna che non può comunicare con gli altri. E che sarà sempre accompagnata dal padre Maurizio, che è anche il suo tutore legale. L'interrogativo è: mettere in lista Chiara non è una strumentalizzazione? Non è forse meglio che il padre che ne fa le veci si candidi al posto suo per portare avanti una battaglia politica sui diritti delle persone con disabilità? Sfida ai politici - Certo, la Costituzione non esclude la sua candidatura. Come spiega pure la sua terapista, i disabili, "anche se interdetti si possono candidare. Così noi operatori, amici e familiari abbiamo scelto lei e la appoggiamo". Ma è lecito chiedersi se questo sia giusto, in primis per la ragazza. Sono molte le persone che hanno accusato Maurizio Ferraro di sfruttare la malattia di sua figlia per fini politici, ma lui non ci sta e ribatte: "Si deve avere il coraggio di mostrare l'esclusione e di disturbare i luoghi del potere. I politici devono capire, toccare con mano cos'è la disabilità". Abbassare i toni - Il programma elettorale di Chiara è volto ad aiutare tutti coloro che vivono la sua stessa situazione: "Chiedere al governo l'istituzione di un fondo per l'attivazione del 'progetto vita' previsto dalla legge 328 del 2000, poi la riforma dell'assistenza", dichiara il signor Ferraro. E ancora: "Istituire un servizio di counseling per i familiari, lasciati allo sbando, e la costruzione di spazi per far lavorare chi è affetto da didabilità gravi". Ma l'obiettivo immediato, di breve periodo, riguarda la politica in senso stretto: "La presenza di un autistico - spiega Maurizio Ferraro - impone nei dibattiti di smorazre i toni, di non urlare ma di confrontarsi in modo civile, senza parlarsi addosso". L'associazione Angsa - Ma attenzione. "Può essere un boomerang", dichiara al sito Superabile.it Carlo Hanau, presidente dell'Associazione nazionale soggetti autistici (Angsa): "E' chiaro che lei non potrà mai fare il consigliere comunale, perché non potrà rappresentare né gli interessi suoi né dei cittadini o di chi è nella sua stessa condizione".