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Grillo, numeri e segreti del patto d'acciaio con Travaglio e Santoro

L'Unità scava nella galassia "chiusa" di Beppe: il segreto del suo successo? Non solo web, ma anche tv e stampa e l'alleanza con Fatto e Servizio Pubblico. A sinistra perseverano: "regime mediatico" come Berlusconi...

Giulio Bucchi
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Errare è umano, perseverare è di sinistra. Da 20 anni i quotidiani vicini a Pds-Ds-Pd sostengono imperterriti che il successo elettorale di Silvio Berlusconi sia legato principalmente al "monopolio" mediatico. Un regime che, secondo l'Unità, sarebbe alla base anche del clamoroso exploit di Beppe Grillo. Una doppia pagina firmata da Michele Di Salvo e Roberto Rossi analizza con puntiglio la struttura del "mondo-Grillo". All'epoca del web 2.0, sottolinea il quotidiano, si farebbe un errore a considerare la strategia mediatica di Grillo limitata solo a Internet. Si deve, piuttosto, parlare di una "fabbrica del consenso" che ha l'appoggio fondamentale anche di stampa e tv. Non tutte, naturalmente, ma di due braccia armate e potentissime: da un lato Michele Santoro e il suo Servizio Pubblico, dall'altra il Fatto Quotidiano e Marco Travaglio in prima fila. La tesi sta in piede, ma si presta anche ad una semplificazione che spesso, a sinistra, è stata fatta: si può finire per pensare, cioè, che il consenso di Beppe sia legato solo all'indrottinamento occulto, alla informazione "orientata" e fintamente alternativa. E ci si potrebbe dimenticare, di conseguenza, che quel consenso è stato invece conquistato dopo anni di piazze, tour in giro per l'Italia (non solo in campagna elettorale), comizi, spettacoli. Comunicazione 1.0, diremmo quasi da Primo Dopoguerra. Quello che,per esempio, il Pd ha quasi smesso di fare. In altre parole: prima c'era il Cavaliere, ora c'è il comico. Ma i motivi del loro successo a sinistra non sembrano troppo chiari. I numeri dell'impero Grillo - Mentre Grillo ha dettato un nuovo decalogo ai suoi onorevoli, che prevede per esempio la possibilità di fare interviste ma solo con pochi, selezionati e "fidati" giornalisti, resta comunque interessante analizzare qualche numero del network a 5 Stelle, anche alla luce delle critiche di Milena Gabanelli sulla poca trasparenza del blog beppegrillo.it e sulla replica di Gianroberto Casaleggio. Secondo il servizio de L'Unità, siamo di fronte a un vero e proprio "network ambientale" che comprende il blog di Grillo, i social network come Facebook e Youtube (il canale video di Grillo conta su un pubblico di 300mila utenti), il Fatto Quotidiano e Servizio Pubblico. La parola chiave, nel mondo di Beppe, è "far circolare idee e messaggi", ma dentro questo "recinto chiuso". I siti riconducibili al blog, TzeTze, Cadoinpiedi, Chiarelettere, Movimento 5 Stelle, sono comunicanti tra loro ma sostanzialmente impermeabili all'esterno. Il risultato è un "contenitore" che attira ogni giorno 3,5 milioni di accessi (il gruppo Espresso, che comprende Repubblica, Espresso.it e HuffingtonPos.it, ne realizza 5). Solo tre anni fa (prima del patto di acciaio con Santoro e Travaglio), il blog beppegrillo.it era fermo a 300mila accessi. La santa alleanza grillina tra Beppe, Marco e Michele si chiarisce anche andando a scavare sui rapporti azionari che li legano: per esempio, tra gli azionisti della Zerostudio's, la società che produce Servizio Pubblico, figura proprio il Fatto Quotidiano (con azioni nominali per 45mila euro), mentre il Fatto Quotidiano è partecipato da Chiarelettere, la società editrice che pubblica tutti i libri di Grillo & Casaleggio, ed è amministrato da Cinzia Monteverde, a capo della "tv" di Santoro. Basta questo per spiegare il successo dei 5 Stelle? di Claudio Brigliadori  

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