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Il ministro Kyenge non stringe la mano al capogruppo leghista

Eliana Giusto
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  "Volevo solo stringerle la mano ministro, e presentarmi. Sono capogruppo della Lega a Milano. Nulla di ché, sono solo un cittadino nato qui, a Milano. Vabbè, me ne farò una ragione, peccato però che il ministro dell'Integrazione non voglia neppure stringerci la mano". A parlare è Alessandro Morelli. Nel video si vede e si sente bene: il capogruppo della Lega Nord a Palazzo Marino si trova al Castello Sforzesco dove c'è Cécile Kyenge. Il ministro è lì per consegnare la cittadinanza simbolica a 200 alunni stranieri delle scuole milanesi. Morelli si avvicina per darle la mano, ma lei non prova nemmeno a ricambiare il gesto, lo guarda con aria di sufficienza. Poi interviene un bodyguard che allontana il politico.  Guarda il video su LiberoTv Battaglia democratica - Morelli, però, non si perde d'animo. Dice: "Ok, provo a passare prima dalla scorta". Ma niente. La Kyenge non lo degna nemmeno di uno sguardo. Questione di sicurezza, hanno poi spiegato dal suo staff. Attonito il capogruppo lumbard, che spiega: "Il ministro Kyenge scappa di fronte ad un cittadino che vuole presentarsi e stringerle la mano: questa è l'immagine che il ministro dell'Integrazione lascia dopo la sua visita a Milano. Questa mattina avrei voluto informarla della nostra campagna Clandestino è reato e spiegarle le nostre ragioni, condivise da centinaia di migliaia di persone nell'ultimo week-end, ma anche solo farle capire attraverso un gesto distensivo che la nostra è e sarà una battaglia durissima contro le sue idee che non uscirà mai dai termini democratici della politica". Insomma, voleva solo parlare di ius soli, di immigrazione e clandestinità.  Sdegno istituzionale - Peccato che il ministro, continua Morelli, abbia "pensato bene di andarsene (dopo che è intervenuta la scorta) e, malgrado i tentativi di presentazione, non abbia voluto neppure avvicinarsi al capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale. Peccato, perché il ministro ha dimostrato totale sdegno istituzionale ma soprattutto menefreghismo di fronte ad un cittadino che serenamente si presenta ad un suo rappresentante, degradando coi fatti la sue qualità di politica e di persona". Poi l'affondo: "Kyenge intende dare voce a chi non riesce a parlare ma a chi dà voce se non ascolta neppure i sentimenti dei cittadini? La sua è una politica che intende imporre norme dall'alto e protetti dalle scorte, un'idea di politica che avverseremo ancora di più nella correttezza istituzionale che noi leghisti possiamo insegnarle".   

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