Berlusconi ineleggibile, Grillo incandidabile il piano del Pd per vincere le elezioni
Con due mosse il Partito democratico che crolla ogni giorno di più nei sondaggi vuole sbarazzarsi dei suoi due principali avversari politici: il Pdl e il Movimento 5 Stelle. Da un lato infatti vuole far fuori Beppe Grillo attraverso un disegno di legge per l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione che prevede che possano partecipare alle elezioni e ricevere contributi soltanto le associazioni con personalità giuridica e uno statuto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale per garantire la trasparenza, dall'altro vuole eliminare politicamente Silvio Berlusconi appoggiando la mozione per l'ineleggibilità avanzata dai grillini basata sull'articolo 10 della legge 361/1957. Luigi Zanda, capogruppo dei senatori Pd, e Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali, hanno presentato un ddl che in sostanza impedisce a una entità politica sprovvista di uno Statuto di partecipare alle elezioni. La relazione al ddl sottolinea che "le nuove norme per l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione non impediranno a una semplice associazione o movimento di fare politica, ma il mancato acquisto della personalità giuridica precluderà l'accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle competizioni elettorali". Insomma, il Pd mira così a depotenziare i grillini impedendo loro di poter riconsegnare i rimborsi elettorali, uno dei loro cavalli di battaglia, che di fatto verrebbero tagliati alla radice: o il M5s diventa soggetto giuridico (che oggi non è) oppure niente soldi. Una proprosta questa che è stata aspramente criticata non solo dal diretto interessato Beppe Grillo, che ora minaccia di non presentarsi alle prossime elezioni, ma anche dal rottamatore Matteo Renzi e dal Pdl: "Le battaglie politiche si vincono prendendo voti e non cancellando gli avversari". Del resto è proprio questo il metodo che il Pd vuole usare per vincere le elezioni. Il Pd vuole infatti cancellare anche il Cavaliere sostenendo di fatto la mozione del M5s per l'ineleggibilità. E' lo stesso neo segretario democratico Guglielmo Epifani a confermarlo: "I senatori faranno le loro valutazioni", come dire: siete liberi di votarla. Nonostante i democratici siano a parole più per il no alla mozione che prevede che venga applicato l'articolo 10 della legge 361/1957 in base al quale i beneficiari di concessioni pubbliche (come quelle televisive) non possono essere eletti, resta l'incognita di quei 101 franchi tiratori nel Pd che fecero fuori Romano Prodi alle votazioni per il presidente della Repubblica. La Giunta delle elezioni alla Camera, durante i 20 anni di attività politica di Berlusconi ha sempre dato un parere opposto. Ma ora il giudizio spetterà a quella del Senato e questa volta il risultato non è scontato.