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Grasso chiamato a testimoniare al processo sulla "trattativa": ma sono i giudici andare da lui

Spiega ai giornalisti: "Valuterà se farmi ascoltare nei palazzi del Senato". E aggiunge: "Magari nella Sala della Costituzione, averla a disposizione non fa male"

Sebastiano Solano
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Il presidente del Senato Pietro Grasso si è già calato perfettamente nel suo nuovo ruolo istituzionale. Così, appesa al chiodo la toga, chiamato a deporre dalla procura di Palermo nel delicato processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, ha subito approfittato delle prerogative che la carica che ricopre gli offre: "Potrei essere sentito magari nella Sala della Costituzione: consultarla non fa male, averla a disposizione non fa male". Insomma, di scendere a Palermo e farsi ascoltare non se ne parla. Meglio se sono i giudici ad andare da lui. Dopo aver annunciato in mondovisione il taglio del suo compenso con la sua omologa alla Camera Laura Boldrini, insomma, l'ex-procuratore nazionale antimafia ha scoperto che far parte della casta, in fondo, non è poi così male E infatti poco dopo precisa: "Naturalmente valuterò le prerogative che mi dà il mio ruolo di farmi ascoltare nei palazzi del Senato". Paura dell'aereo? No, è che lui è il presidente del Senato.

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