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"Caro presidente, confesso:sì, io sono omofobo"

Pietro Grasso

Lei mi definisce "meno uguale degli altri" soltanto per un motivo, perché io rifiuto lo stalinismo del "più uguale degli altri"

Andrea Tempestini
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  di Camillo Langone Al presidente del Senato Pietro Grasso.  Illustre presidente, le scrivo e contemporaneamente mi confesso: faccio parte di quella categoria di cittadini «meno uguali degli altri», come lei ha definito gli omofobi in occasione della giornata internazionale contro l'omofobia. Più che l'omosessualità a me fa paura l'omosessualismo, l'ideologia che considera l'omosessualità cosa buona e giusta, anzi migliore, da promuovere e sostenere con ogni mezzo, culturale, politico, economico, sottraendo risorse ai padri e alle madri colpevoli di aver messo al mondo dei figli. Ma non le scrivo per litigare: lei mi definisce un minorato e stavolta sto al suo gioco, per quanto sporco sia. (...) Su Libero di sabato 18 maggio la lettera-confessione di Camillo Langone indirizzata a Pietro Grasso, presidente del Senato, seconda Carica dello Stato: "Caro presidente, lo ammetto, faccio il mio outing, sono omofobo". Langone si rivolge a Grasso, che poiché "omofobo" lo definisce "meno uguale degli altri". Ma Langone rifiuta lo stalinismo del "più uguale degli altri".   Leggo la lettera di Camillo Langone a Pietro Grasso su Libero di sabato 18 maggio  

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