"Caro presidente, confesso:sì, io sono omofobo"
Lei mi definisce "meno uguale degli altri" soltanto per un motivo, perché io rifiuto lo stalinismo del "più uguale degli altri"
di Camillo Langone Al presidente del Senato Pietro Grasso. Illustre presidente, le scrivo e contemporaneamente mi confesso: faccio parte di quella categoria di cittadini «meno uguali degli altri», come lei ha definito gli omofobi in occasione della giornata internazionale contro l'omofobia. Più che l'omosessualità a me fa paura l'omosessualismo, l'ideologia che considera l'omosessualità cosa buona e giusta, anzi migliore, da promuovere e sostenere con ogni mezzo, culturale, politico, economico, sottraendo risorse ai padri e alle madri colpevoli di aver messo al mondo dei figli. Ma non le scrivo per litigare: lei mi definisce un minorato e stavolta sto al suo gioco, per quanto sporco sia. (...) Su Libero di sabato 18 maggio la lettera-confessione di Camillo Langone indirizzata a Pietro Grasso, presidente del Senato, seconda Carica dello Stato: "Caro presidente, lo ammetto, faccio il mio outing, sono omofobo". Langone si rivolge a Grasso, che poiché "omofobo" lo definisce "meno uguale degli altri". Ma Langone rifiuta lo stalinismo del "più uguale degli altri". Leggo la lettera di Camillo Langone a Pietro Grasso su Libero di sabato 18 maggio