Sondaggio, governo Letta perde quattro punti in una settimana
Ci si aspettava di più e subito dal governo Letta. Il governo di larghe intese certosinamente messo su più di due mesi dopo le elezioni aveva acceso molte speranze. Ma la fiducia deglli italiani è stata subito delusa. Colpa, forse, delle due settimane e passa necessarie per arrivare all'approvazione del decreto su Imu e cassa integrazione (previsto per la mattinata di oggi, venerdì 17 maggio). Sarà per le troppe esternazioni dei ministri che lo stesso Letta, durante il ritiro nell'abbazia di Spineto, ha richiamato all'ordine, sarà per le continue scaramucce tra centrodestra e centrosinistra. Fatto sta che il governo Letta ha perso quattro punti rispetto una settimana fa attestandosi al 34%, e quasi dieci rispetto a due settimane fa (43%). Sono i dati che emergono da un sondaggio realizzato dall'Istituto Swg in esclusiva per Agorà, in onda su Rai3. A perdere punti non è soltanto il governo di larghe intese ma anche il neo presidente del Consiglio in persona che perde più del 7 per cento dei consensi, passando dal 53 % al 46. Giorgio Napolitano è la personalità politica in cui gli italiani ripongono più fiducia (57%), sopra di due punti al sindaco di Firenze Matteo Renzi (55%). Crolla anche la fiducia per il vice premier Angelino Alfano che perde quattro punti, per Berlusconi (meno 2) che scivolano entrambi al 24 percento. Sale la fiducia in Beppe Grillo, che guadagna due punti e si attesta al 23 percento. Lascia per strada un punto Mario Monti che si ferma al 21%. Per quanto riguarda i partiti, il Pdl si conferma primo partito con il 27,4% di preferenze (-0,2% rispetto al 10 maggio), il Pd resta stabile al 24 per cento così come il Movimento 5 stelle fermo al 21,8 per cento mentre Scelta civica cresce di quasi mezzo punto passando dal 5,4% al 5,8. Per il 54 percento degli elettori del Pdl il partito non esisterebbe senza Silvio Berlusconi, mentre per il 46 percento degli elettori totali il Pdl potrebbe avere un futuro anche senza il suo attuale leader. Per oltre la metà degli elettori totali (52%) e per la metà esatta di quelli del Movimento 5 Stelle, invece, senza Beppe Grillo il movimento non potrebbe esistere. Altro capitolo è la vicenda giudiziaria del Cavaliere. Il 38 percento degli italiani crede che i magistrati vogliano "fare fuori" politicamente Berlusconi. Dalla parte dei giudici si schiera un'ampia fascia dell'elettorato di centrosinistra (88%) e il 64 percento del Movimento 5 Stelle, mentre una parte altrettanto corposa dei sostenitori del centrodestra (87%) è convinta che l'intenzione dei magistrati sia proprio quella di eliminare il leader del Pdl dalla scena politica. Gli elettori si dividono anche sulle priorità del governo Letta. Per il 35 percento dell'elettorato del centrodestra il primo obiettivo da raggiungere nei primi 100 giorni dell'esecutivo è la sospensione dell'Imu. Per il 26 percento degli elettori di centrosinistra, invece, bisognerebbe risolvere prima di tutto il problema esodati e rifinanziare la cassa integrazione in deroga. Ancora diverso il punto di vista del 22 percento dei sostenitori del Movimento 5 Stelle, convinto che si dovrebbe subito ridurre il numero dei parlamentari.