Porcellum, la Consulta deciderà se la legge è costituzionale
Un avvocato milanese ha presentato ricorso sulla norma Calderoli: è incostituzionale
Mentre la politica s'incaglia sulla riforma della legge elettorale, la svolta potrebbe arrivare dalla magistratura. Potrebbe passare dalla Corte Costituzionale, prima ancora che dal Parlamento, l'ultima parola sul Porecellum. C'è un avvocato milanese di 79 anni, Aldo Bozzi, che ha presentato ricorso contro la legge elettorale ritenendola incostituzionale. "Una legge truffa peggiore di quella che ne porta il nome e che al suo confronto era bellissima", dice Bozzi a Repubblica. L'avvocato ha presentato un ricorso di oltre 50 pagine in cui spiega le sue ragioni. Secondo Bozzi la legge "è un imbroglio pazzesco che produce un Parlamento di nominati e non di eletti. Gli italiani non eleggono più i loro rappresentanti e questo è contro la Costituzione". Ricorso accolto - Con un'ordinanza pubblicata questa mattina dalla Suprema Corte di Cassazione è stata rinviata alla Consulta la decisione sulla legittimità della legge elettorale del 2005 denominata "Porcellum". La Cassazione ha dichiarato "rilevante e non manifestamente infondata", "la questione di legittimità costituzionale sollevata dall'avvocato Aldo Bozzi per cui dispone l'immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale". Il premio di maggioranza . In particolare la Suprema Corte (sentenza 12060) bacchetta il premio di maggioranza: "Si tratta - scrive piazza Cavou r- di un meccanismo premiale che, da un lato, incentivando (mediante una complessa modulazione delle soglie di accesso alle due Camere) il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l'esigenza di assicurare la governabilità, stante la possibilità che, anche immediatamente dopo le elezioni, la coalizione beneficiaria del premio si sciolga o i partiti che ne facevano parte ne escano (con l'ulteriore conseguenza che l'attribuzione del premio, se era servita a favorire la formazione di un governo all'inizio della legislatura, potrebbe invece ostacolarla con riferimento ai governi successivi basati un coalizioni diverse); dall'altro -scrive ancora la Suprema Corte - esso provoca una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio è in grado di eleggere gli organi di garanzia che, tra l'altro, restano in carica per un tempo più lungo della legislatura". Da qui la sua manifesta "irragionevolezza" in base all'art. 3 della Costituzione nonchè la lesione "dei principi di uguaglianza del voto e di rappresentanza democratica". A rischio libertà d voto - La Cassazione, nel passare la parola alla Consulta sottolinea anche che, con tale legge, è in gioco la libertà del voto quando all'elettore viene sottratta la facoltà di poter scegliere l'eletto. Vi è da chiedersi "possa ritenersi realmente libero il voto quando all'elettore è sottratta la facoltà di scegliere l'eletto (ad avviso di una parte della dottrina, l'espressione libertà di voto senza preferenza assume il significato di un drammatico ossimoro) e se possa ritenersi personale un voto che è invece spersonalizzato", sostiene la Suprema Corte. Sul punto la Cassazione mette in guardia sul fatto che non "varrebbe sostenere in senso contrario che l'elettore sarebbe libero di scegliere tra l'una e l'altra lista in cui è ricompreso il candidato prescelto. La sua elezione infatti non dipenderebbe dal numero di voti ottenuti ma dall'ordine di candidatura nella lista assegnato dagli organi di partito".