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Pdl, Verdini: "Berlusconi rinuncia ai prossimi comizi per evitare tensioni"

Giulio Bucchi
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Alla fine hanno vinto gli squadristi di Brescia. Silvio Berlusconi rinuncerà ad apparire in piazza per il resto di questa campagna elettorale, annullando i prossimi comizi ad eccezione di quello a sostegno di Gianni Alemanno, candidato sindaco a Roma. "Il presidente Berlusconi è rimasto particolarmente scosso dalle violenze di piazza avvenute a Brescia", ha spiegato il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini. Ma c'è un giallo, visto che dopo pochi minuti arriva una mezza rettifica da via dell'Umiltà: Berlusconi non nutre timori per la sua incolumità e "la decisione presa dall'ex premier e dai vertici del partito di annullare i comizi previsti per le amministrative - presa peraltro nei giorni scorsi - è stata determinata, oltre che da questioni organizzative, anche dalla volontà di evitare possibili tensioni".  Il monito di Napolitano - Una rinuncia che peserà non poco sulle competizioni locali, visto che ogni qualvolta il Cavaliere ci mette la faccia, il Pdl guadagna terreno. Quel "evitare possibili tensioni" lascia intravedere una presa di posizione per così dire "istituzionale". Non a caso, arriva poche ore dopo il colloquio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il direttore del Messaggero Virman Cusenza, in cui il Capo dello Stato ha invitato tutti i protagonisti della politica e pur senza citarlo soprattutto Berlusconi ad abbassare i toni, a non aizzare le piazze, a mantenere toni sobri su giustizia, pm e processi. La tentazione delle urne - Monito che vale a 360°, visto che anche sul fronte Pd non manca chi specula sui guai giudiziari del Cav, magari immaginando un veto alla sua nomina a senatore a vita o addirittura a una misura per renderlo incandidabile. E' chiaro però che a ribollire, sul fuoco della sentenza di condanna a 4 anni di carcere nel processo Mediaset e dei 6 anni richiesti dal pm Ilda Boccassini per il Rubygate, sia prima di tutto il Pdl. E le tentazioni di rovesciare il tavolo, far cadere il governo di Enrico Letta e tornare al voto, dopo aver riallacciato i rapporti coi moderati Mario Monti e Pierferdinando Casini, tra gli azzurri sono sempre più forti. Per ora a frenare è proprio Berlusconi. Già, ma per quanto?    

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