Sottosegretari, deputati, sindaciEcco gli impresentabili del Pd
Soltanto nel 2013, risultano indagati o arrestati una ventina di democratici
Indagati e arrestati: anche il Pd ha i suoi impresentabili. Nei primi cinque mesi dell'anno sono già una ventina i democratici inguaiati con la giustizia. Il conto e l'elenco l'ha fatto Beatrice Borromeo sul Fatto Quotidiano che parte con i nomi fatti da Beppe Grillo l'8 gennaio 2013 all'ex segretario Bersani quando gli rinfacciava che la questione morale "non riguardava solo la Casa delle Libertà". “Vladimiro Crisafulli, Enna, rinviato a giudizio per concorso in abuso d'ufficio, accusato di aver ottenuto la pavimentazione di una strada comunale che porta alla sua villa a spese della Provincia di Enna", scriveva il leader del Movimento Cinque Stelle sul suo blog all'inzio dell'anno contiuando con "Antonino Papania, Trapani, ha patteggiato davanti al gip di Palermo una pena di 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso d'ufficio; Giovanni Lolli, L'Aquila, rinviato a giudizio con l'accusa di favoreggiamento, prescritto; Nicodemo Oliverio, Crotone, imputato per bancarotta fraudolenta; Francantonio Genovese, Messina, indagato per abuso d'ufficio”. A questi il Fatto fa seguire l'elenco di consiglieri regionali, sindaci, capogruppo ed ex parlamentari che ad oggi risultano indagati e arrestati in tutta Italia. A partire dai due sottosegretari del governo Letta: Vincenzo De Luca (l'ultima indagine a suo carico risale a meno di un mese fa per il progetto urbanistico Crescent) e Filippo Bubbico, indagato per truffa e abuso d'ufficio. Poi c'è Nicola Caputo, consigliere regionale campano indagato nell'inchiesta sui rimborsi erogati per la comunicazione, e Maria Rita Lorenzetti, che nel 2010 l'aveva giurata a Bersani che non la voleva ricandidare per un terzo mandato come presidente della Regione Umbria. A lei vengono contestati i reati che avrebbe compiuto come presidente di Italferr, del gruppo Ferrovie dello Stato nell'inchiesta sui lavori per il sottoattraversamento del Tav a Firenze. Falso e abuso d'ufficio per presunte irregolarità nella nomina del nuovo sovrintendente del teatro Lirico sono i reati per i quali è indagato il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Anche il consigliere della Regione Campania Enrico Fabozzi, eletto nel 2010 nelle liste del Pd e poi passato al Gruppo Misto, già sindaco di Villa Literno, già arrestato e poi scarcerato nel 2011, è accusato di abuso d'ufficio e falso per una vicenda inerente allo smaltimento dei rifiuti a Caserta. Nell'inchiesta sui rimborsi ai politici del Pirellone, per la quale risultano indagati una trentina tra democratici, Idv, Sel, Udc, Pdl e Lega, ne vengono fuori delle belle proprio riguardo il Pd: agli atti c'è la richiesta di Carlo Spreafico, vicepresidente del consiglio, che voleva che gli venisse rimborsato pure un vasetto di Nutella. L'elenco della Borromeo continua con Gesualdo Costantino, sindaco di Melito Porto Salvo (Calabria), che concordava coi boss della cosca Iamonte le sue mosse politiche. Gli inquirenti chiedono l'arresto anche del suo predecessore, Giuseppe Iaria (sempre Pd) ma il gip rigetta e l'ex sindaco è adesso indagato in stato di libertà. E ancora: Maria Tindara Gullo, prima delle neodeputate Pd a essere indagata nel 2013 per falso ideologico, e Alberto Tedesco ex parlamentare Pd, poi Gruppo Misto, arrestato. Ad aprile vengono indagati gli ex consiglieri Pd Stefano Lepri e Mino Taricco e Vito De Filippo, presidente della Regione Basilicata, coinvolto nell'inchiesta sui costi della politica. Rinviato a giudizio invece Stefano Bonaccini, segretario del partito emiliano, per turbata libertà degli incanti e abuso d'ufficio. Ovviamente c'è poi lo scandalo Mps con Franco Ceccuzzi, ex parlamentare Pd ed ex sindaco di Siena, indagato nell'inchiesta sul fallimento del Pastificio Amato: l'accusa è di concorso in bancarotta. Si parla poi di un'indagine sulla spartizione delle poltrone tra Denis Verdini e lo stesso Ceccuzzi, sempre smentita da quest'ultimo.