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Boldrini, rivolta Pdl alla Camera: "Perché non difendi le onorevoli insultate a Brescia?"

Acque agitate a Montecitorio. La Savino: "Non ha difeso la nostra onorabilità". Gasparri: "Silenzio spiacevole". La replica: "No a solidarietà a richiesta"

Giulio Bucchi
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  Nessuna solidarietà "a rischiesta". Prova a difendersi così, Laura Boldrini, nel giorno in cui sulla testa del presidente della Camera piovono l'ira e le accuse di tutto il Pdl. Il nodo del contendere è la sua "inquietante afasia", così la definisce Renato Brunetta, riguardo agli attacchi sessisti e agli insulti subiti dalle onorevoli azzurre sabato pomeriggio a Brescia, in occasione dell'intervento di Silvio Berlusconi in piazza del Duomo. Cori irriguardosi ("Troie! Troie!", il più abusato da parte dei contestatori) verso cui la Boldrini, solitamente attentissima, non ha reagito con la consueta durezza. "Il presidente - ha spiegato lei, eletta con Sel - interviene per condannare in modo attento e rigoroso le manifestazioni di sessismo", manifestando "solidarietà alle deputate del Pdl in quanto donne".  "Pdl all'attacco" - Ma l'autodifesa non convince il Pdl. "Temo che Laura Boldrini non abbia ancora compreso bene di essere la presidente della Camera dei deputati. Si crede invece la paladina delle donne, ruolo autocelebrativo nonchè inutile che, tra l'altro, nessuna le ha mai chiesto di esercitare - attacca la deputata del Pdl Elvira Savino -. Alla presidente Boldrini è richiesto di difendere l'onorabilità e le prerogative dei deputati e delle deputate in quanto rappresentanti della sovranità popolare e non in quanto donne o uomini". E Maurizio Gasparri aggiunge: "E' davvero spiacevole l'assenza di adeguate forme di solidarietà da parte di taluni vertici istituzionali nei confronti di esponenti del centrodestra vittime di aggressioni e minacce. La solidarietà, infatti, non andrebbe sollecitata, ma dovrebbe essere doverosa e spontanea. Certe dissertazioni sono tanto incomprensibili quanto dannose".   

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