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Kyenge, l'imbarazzante silenzioLa ministra che vuole abolire il reato di clandestinità

Lucia Esposito
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E' dirompente il silenzio del ministro per l'Integrazione Cécile Kyenge sul caso del clandestino ghanese, che armato di piccone, sabato 4 maggio ha seminato il terrore nel quartiere Niguarda di Milano. Subito dopo la sua nomina a ministro, la Kyenge aveva parlato prima dello ius soli (dare cioè la possibilità agli immigrati che nascono in Italia di ottenere la cittadinanza italiana) poi, in un'intervista a Lucia Annunziata, della necessità di abolire il reato di immigrazione clandestina. I morti dell'assassino sono diventati tre. Il cladnestino Kabobo non doveva essere a Milano, era stato arrestato ma poi scarcerato per decorrenza dei termini, doveva essere espulso ma lui aveva fatto ricorso. Politici di destra e sinistra sono intervenuti per commentare la vicenda. Ma il ministro di Cécile Kyenge tace. Non parla più. Eppure dalla ministra dell'Integrazione ci si aspetta una dichiarazione, un commento. Una presa di posizione. Le vittime, a Niguarda e a Castagneto Carducci (una ragazza trucidata), sono italiane. Ministra Kyenge, vuole ancora dirci che la clandestinità non è un reato?

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