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Epifani fa lo sgambetto a Renzi: "Nessuno mi ha posto limiti, divisione tra premiership e leadership ha i suoi svantaggi"

Il neo-segretario non si sente un reggente. E se non si cambia quella regola dello statuto, Renzi non avrà altra scelta...

Sebastiano Solano
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di Sebastiano Solano Chi nel Pd confidava nel fatto che l'elezione di Guglielmo Epifani alla segreteria fosse una soluzione tampone ha preso una cantonata. Appena eletto, il neo-segretario ha già fatto intendere quali sono le sue intenzioni: "Il mio orizzonte è il congresso per ora. Ma nessuno mi ha posto limiti", ha dichiarato a Repubblica. Per ora. Nessuno mi ha posto limiti. Parole che significano una sola cosa: ad ottobre per la corsa alla segreteria c'è anche lui, Epifani.  Finocchiaro con l'amaro in bocca - D'altra parte, come ricordato da alcuni parlamentari del Pd nei giorni scorsi, anche Dario Franceschini sostituì Walter Veltroni promettendo di non ricandidarsi e si sa come andò a finire. Si mette male, quindi, per gli aspiranti alla segreteria: da Anna Finocchiaro, inviperita per essere stata fatta fuori dall'intero giro di nomine del partito e del governo, al filo-grillino Pippo Civati, che guida apertamente la fronda contro il governo di larghe intese, al dalemiano Gianni Cuperlo.  Il rottamatore concliliante - E c'è poi Matteo Renzi, che non ha nessuna intenzione di candidarsi al congresso di ottobre. Non è tipo da partito, il ruolo di paciere tra le diverse anime del partito non gli si addice. E poi ha altri  programmi: candidarsi alla premiership, senza passare per lo stillicidio delle correnti. Le due cose non sono in contraddizione: qualcuno deve infatti aver promesso a Renzi che le due cariche, di candidato a premier e di segretario, verrano sdoppiate. E' per questo che non ha intenzione di partecipare da candidato al congresso ed è per questo che, prima e durante l'elezione di Epifani, il Sindaco di Firenze non ha fatto tante storie.  Fino a un certo punto... - A sbarrare la strada al rottamatore potrebbe però essere proprio Epifani. E non tanto perché si candida alla segreteria, che in fondo non creerebbe troppi pensieri a Renzi. Ma per la possibilità, concreta, che alla fine le due cariche non vengano rese autonome, ovvero che il segretario del Pd rimanga per statuto anche il candidato del centrosinistra. Il rischio per Renzi c'è e, tra le righe, lo lascia intendere lo stesso Epifani nell'intervista a Repubblica: "Sulla divisione tra leadership e premiership ogni soluzione oggi ha i pro e i contro". Insomma, per Renzi si mette male. Tra qualche mese potrebbe trovarsi Epifani alla segreteria e, se le regole rimangono immutate, magari come candidato premier. Allora, avrà davanti a se due alternative: fondare, finalmente, un proprio partito. O affossare il governo Letta.

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