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Governo e il ritiro in abbazia

La squadra di Letta si raduna nell'ex convento di Spineto: sul tavolo Imu e cassa integrazione

Lucia Esposito
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Fuga da Palazzo Chigi. Sono partiti oggi pomeriggio, intorno alle 16, i ministri del governo Letta. Comincia così il “ritiro” nell'ex abbazia di Spineto. Un incontro che, come aveva detto Letta “serve a fare spogliatoio”, ma che tuttavia arriva in un clima politico di grande tensione il giorno dopo l'elezione di Guglielmo Epifani a segretario reggente del Pd e dopo la manifestazione contro i giudici a Brescia caratterizzata dalle contestazioni ai parlamentari azzurri ma anche dalle polemiche per la partecipazione del ministro dell'Interno Angelino Alfano e di quello dei Trasporti Maurizio Lupi. I ministri sono partiti su due minivan. Il ritiro si concluderà domani nel pomeriggio e tutte le spese sono a carico di ciascun ministro in un momento di tagli alle spese della politica. Il soggiorno, comunque, non dovrebbe costare a ciascun ministro più di 200 euro per il pernottamento nella lussuosa residenza. Vietati i comizi - Il primo risultato emerso dalla "scampagnata" all'abbazia di Spineto è quello annunciato nel tardo pomeriggio dal portavoce del presidente del Consiglio Enrico Letta, Gianmarco Trevisi: da qui alle elezioni ammministrative i componenti del governo non partecipareranno a manifestazioni elettorali o dibattiti televisivi che non siano incentrati sui lavori del governo o sulle competenze dei rispettivi dicasteri". Trevisi e' apparso davanti alle telecamere insieme alla portavoce di Alfano, Danila Subranni. Entrambi hanno spiegato che per il maltempo i lavori del 'conclave' sono iniziati in ritardo e che la prevista conferenza stampa precedente all'inizio dei lavori non ci sarebbe stata. La lite  - Lo scontro sule tema della giustizia e sulla partecipazione di ministri Pdl alla manifestazione anti-toghe di Brescia si sarebbe consumato mentre il van dei ministri sfrecciava sulla A1: il premier - spalleggiato da Franceschini - avrebbe invitato i ministri del Pdl ad avere massimo senso di responsabilita' in una fase cosi' delicata del Paese. E avrebbe chiesto loro di distinguere il ruolo politico da quello di governo.  Alfano e Lupi avrebbero tenuto il punto, assicurando di voler essere responsabili, ma rivendicando il diritto a non abbassare le bandiere identitarie e a difendere il loro leader, fino alla fine. La discussione sarebbe proseguita fino alla campagna senese, a pochi chilometri dall'abbazia. "Fatti come quelli di ieri sono inaccettabili" avrebbe detto poi Letta, secondo quanto riferito dal suo portavoce. "Non si possono ripetere, perche' le ricadute negative sono superiori alle capacita' di tenuta dell'esecutivo".  

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